Case connesse: il futuro della tecnologia nei nostri appartamenti

Tecnologia e innovazione
Nel 2023 il mercato della smart home in Italia ha raggiunto un valore di 810 milioni di euro, crescendo del 5% rispetto al 2022 ed evidenziando un tasso di crescita più alto della media europea.

Accendere la luce con il solo comando vocale appena si apre la porta. Far partire la lavatrice o i termosifoni a distanza nell’orario che si preferisce. Installare una telecamera di sicurezza in grado di captare eventuali violazioni o fuoriuscite di fumo.

Sempre più persone vivono in “case connesse”, utilizzando i device tecnologici della domotica nei propri appartamenti per poter così risparmiare energia, semplificare la vita domestica e garantire la sicurezza delle persone all’interno.

Cosa sono le smart home?

Le case connesse, o smart home, sono quelle case in cui convivono diversi dispositivi tecnologici connessi a Internet e spesso collegati tra loro, tra cui sistemi di illuminazione, sistemi di sicurezza, rilevatori di temperatura ed elettrodomestici.

Questo consente a chi vive in casa di gestire i diversi dispositivi dal proprio smartphone, anche da remoto, controllando i consumi e risparmiando anche in termini di tempo.

Il mercato della domotica

Secondo l’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato della smart home in Italia ha raggiunto un valore di 810 milioni di euro, crescendo del 5% rispetto al 2022 ed evidenziando un tasso di crescita più alto della media europea.

La ricerca ha mostrato che sono le soluzioni per la sicurezza – come videocamere, sensori per porte e serrature connesse – a trainare le vendite del mercato smart home nel 2023, con ben 195 milioni di euro (24%). A seguire ci sono gli elettrodomestici smart, con 151 milioni di euro di mercato (19%) e una crescita dell’8%. Arrivano poi i sistemi di riscaldamento e climatizzazione smart, con 148 milioni di euro. Un esempio sono le lavatrici che dosano in autonomia la corretta quantità di detersivo a seconda del carico o gli elettrodomestici che riconoscono la tipologia di guasto e inviano informazioni precise per la riparazione.

E nonostante la riduzione degli incentivi statali, le soluzioni per il risparmio energetico come caldaie, pompe di calore, termostati, valvole termostatiche e condizionatori connessi, continuano ad occupare una grossa fetta di mercato. Gli utenti hanno continuato ad acquistarli sia per risparmiare sui consumi ma anche per la crescente attenzione alla sostenibilità.

Il 17% dei consumatori associa infatti il concetto di smart home alla gestione dei propri consumi e il 24% ritiene che il servizio di maggiore interesse per il futuro sia proprio l’analisi in tempo reale dei consumi energetici.

Gli assistenti vocali, infine, coprono una fetta pari al 16%, ovvero130 milioni di euro, registrando un rallentamento del trend di crescita dovuto in gran parte alla progressiva saturazione del mercato, che vede sempre più abitazioni già dotate di uno o più speaker.

Chi sono gli abitanti delle case connesse?

Secondo un report di YouGov di marzo 2024, ormai il 63% degli italiani possiede almeno un apparecchio o dispositivo smart in casa, in crescita rispetto al 54% del 2019. Gli assistenti vocali sono i tool più diffusi, seguiti dalle videocamere per la sicurezza domestica e dai termostati e sistemi di illuminazione smart.

Un italiano su cinque possiede più di tre dispositivi smart home in casa, leggermente più diffusi tra gli uomini, di età compresa tra 35 e 49 anni, con figli..

Gli strumenti più diffusi dipendono anche da differenze generazionali. Gli assistenti vocali sono i più diffusi in tutte le età. E mentre gli italiani più giovani hanno acquistato maggiormente lampade e lampadari smart, gli over 40 preferiscono termostati e sistemi di sicurezza intelligenti. Non c’è differenza generazionale (19% in entrambi i casi), invece, sulla scelta di lavatrici o asciugatrici connesse.

Quasi nove italiani su dieci (88%), secondo YouGov, sono consapevoli dell’utilità della home technology e quasi uno su tre (30%) è molto esperto degli strumenti sul mercato: un dato, quest’ultimo, che supera Spagna (27%) e Francia (21%).

Coloro che scelgono di rendere connesse le proprie case lo fanno per ragioni legate alla tutela ambientale, ma anche per risparmiare tempo e gestire i consumi energetici in modo intelligente. Nel 61% dei casi, gli abitanti delle smart home si definiscono ambientalisti, in maggioranza rispetto al 54% di chi invece non usa queste tecnologie.