Panini con maiale alla brace, oca arrosto, pollo brasato, solo per citarne alcuni. I piatti a base di carne rappresentano la spina dorsale della ricca scena culinaria di Hong Kong e anche i dati lo dimostrano: gli abitanti di Hong Kong mangiano circa il doppio della carne pro capite rispetto agli svizzeri. Provateci voi a dire a tutta Hong Kong che deve evitare la carne almeno un giorno a settimana.
“Anni fa ci guardavano come se fossimo alieni”, racconta David Yeung, l’ideatore nel 2012 del Movimento Green Monday, con l’obiettivo di abbattere il consumo di carne dei suoi concittadini. “Ciò che cercavo di spiegare era incomprensibile alla maggior parte delle persone”, prosegue. Infatti, a quei tempi solo il 5% della popolazione di Hong Kong aveva abitudini vegane, vegetariane o semi-vegetariane. Yeung nel 2006 vide il documentario di Al Gore Una scomoda verità sul cambiamento climatico e “fu davvero illuminante, perché tutti noi siamo la causa profonda del problema e solo noi possiamo essere parte della soluzione”. La chiave per essere più sostenibili, pensò Yeung, è ripensare il nostro modo di vivere. “Il modo in cui viviamo oggi, il modo in cui consumiamo, va oltre ciò che il pianeta può sopportare e per questo dobbiamo cambiare approccio”.
Una crescita importante per il mercato dei cibi a base vegetale
Un effetto positivo, se così si può dire, della crescente crisi climatica è la sensibilizzazione sull'opinione pubblica in merito alla necessità di alimentarsi in modo sostenibile. Da questo fatto, gli abitanti di Hong Kong hanno iniziato a modificare la propria dieta. Attualmente, le comunità a base vegetale sono circa il 40% e sono aumentate di otto volte in meno di 10 anni. E agganciandosi a questo trend, anche l'impresa sociale di Yeung è cresciuta rispetto ai primi periodi difficili.
Yeung sostiene che la costante evoluzione della sua creatura sia in parte merito delle campagne di marketing, che coniugano dati scientifici sulla nutrizione all’impatto sull’ambiente. “Non possiamo limitarci a fare la morale alla gente, non funzionerebbe. Dobbiamo creare qualcosa di nuovo che sia ancora migliore, un nuovo stile di vita che sia ancora più attraente, più sexy. È così che funziona la natura umana”, afferma Yeung.
L’azienda, per crescere, ha anche sfruttato le partnership e le joint venture per scalare rapidamente la produzione e la distribuzione di alimenti e bevande: OmniPork, uno dei prodotti di punta della società OmniFoods fondata da Yeung, è distribuito in oltre 20 mercati e OmniFoods stessa è partner di molti dei più importanti ristoranti e catene di vendita al dettaglio del mondo. “Ovunque esista il cibo, noi vogliamo esserci. C'è un motivo per cui ci chiamiamo Omni”, sorride Yeung.
Come trasformare il deserto vegano in un paradiso senza carne
Anche gli investitori hanno accolto con favore il cambiamento e stanno scandagliando il globo alla ricerca di aziende che guideranno la rivoluzione verde. La quotazione nel 2019 di 240 milioni di dollari del produttore statunitense di carne coltivata in laboratorio Beyond Meat è un caso particolarmente rilevante, tanto che Beyond Meat è diventata una delle IPO più importanti nel settore alimentare.
“L'hamburger di Beyond Meat ha cambiato le carte in tavola, sia per gli investitori che per il mondo in generale”, prosegue Yeung. “Il loro successo ha aperto le menti sulle possibilità di un mercato a base vegetale e ha dato il la all'intero settore”.
Ora potrebbe essere arrivato il turno di Yeung di sconvolgere l'industria alimentare in Asia e non solo.
Green Monday Holdings, che comprende Green Common e OmniFoods, ha raccolto oltre 70 milioni di dollari nel suo primo importante round di finanziamento nel settembre 2020. Un risultato da record, se pensiamo che si è trattato del più grande per un'azienda alimentare a base vegetale in tutta l’Asia. Questa iniezione di capitale è stata utilizzata trasversalmente per aumentare la capacità di produzione, per potenziare la sezione Ricerca e Sviluppo e per creare un team globale.
“Quando siamo partiti vivevamo in un deserto di cibo vegano”, racconta l'imprenditore. “Entravi in un supermercato e le uniche componenti vegetali che potevi comprare erano tofu, funghi, cavoli e cavoli cappucci. Ora se entri in una catena, un supermercato o un ristorante stellato hai diverse opzioni a base vegetale”.