Numerose ricerche scientifiche dimostrano la correlazione tra l’aumento dei pagamenti elettronici e digitali e la diminuzione del sommerso. In Italia stiamo lentamente migliorando, ma restiamo fanalino di coda in Europa.
Partiamo da ciò che dice la scienza, che non è mai una cattiva idea: sono numerosi gli studi che certificano la correlazione tra economia sommersa e denaro contante, quindi non rintracciabile. E in Italia abbiamo un gran bisogno di contrastare il sommerso e l’evasione fiscale, come si può leggere nel Documento di Economia e Finanza (DEF) del 2023: negli ultimi anni è stato registrato un miglioramento nel tax gap, ovvero il dato percentuale che dimostra l’attitudine delle persone a evadere il fisco, ma il tax gap dell’IVA è ancora tra i più alti dell’Unione Europea. L’ultimo dato corrisponde a 26 miliardi di euro e in termini percentuali siamo terzultimi con il 20,8% dell’IVA che non entra nelle casse dello Stato. Peggio di noi fanno solo Malta con il 24,1% e Romania con il 35,7%. E la colpa, oltre alle abitudini degli italiani, è del contante.
Il trend dei pagamenti elettronici in Italia
Non sono ancora disponibili i dati definitivi del 2023, ma secondo l’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano. il valore delle transazioni effettuate con metodi di pagamento digitali nell’anno passato rientrerebbe tra i 425 e i 440 miliardi di euro. Una cifra leggermente più bassa del totale transato in contanti nel nostro Paese.
Altro dato positivo è quello relativo al numero delle transazioni effettuate con strumenti elettronici: nel primo semestre del 2023 sono state 4,5 miliardi (crescita del 17,6% sullo stesso periodo del 2022) con uno scontrino medio di 45,7 euro (nei primi sei mesi del 2022 erano 47,5).
La correlazione tra pagamenti digitali ed evasione fiscale
Nel 2022 la Banca d’Italia ha pubblicato il report “Mind the Gap! The (unexpected) impact of COVID-19 pandemic on VAT revenue in Italy”, nel quale emerge che, a parità di condizione, ogni punto percentuale di pagamenti elettronici e digitali porta a una crescita dello 0,4% del gettito dell’IVA. Da questo dato si ottiene che più aumentano i pagamenti elettronici e più si alza il gettito dell’IVA, diminuendo quindi la quota di evasione fiscale.
Sempre la Banca d’Italia ha pubblicato nel 2021 la ricerca “Pecunia Olet. L’uso del contante e l’economia sommersa” dove troviamo un’altra correlazione interessante: per ogni punto percentuale di transazioni con il contante viene evidenziata una crescita dell’economia sommersa tra lo 0,8% e l’1,8%. Si tratta quindi di un impatto enorme, che può essere facilmente limitato grazie alla tecnologia.
I nuovi sistemi di pagamento digitale
Nell’ultimo anno, nota l’Osservatorio del Politecnico di Milano, molti commercianti hanno adottato il Software Pos, spesso chiamato Soft-Pos, che consente di accettare pagamenti contactless direttamente sul proprio smartphone, senza l’obbligo di possedere un Pos fisico. In questo modo, i commercianti consentono di pagare non solo tramite carta di credito, carta di debito o carta prepagata, ma anche attraverso gli smartphone o i wearable (come gli smartwatch) dei clienti. Serve solo che lo smartphone del commerciante sia abilitato tramite l’app dedicata e sia connesso a Internet.
Un altro trend in forte crescita è quello dei sistemi di pagamento non NFC, quindi senza bisogno di appoggiarsi a carte, che consentono l’invio di denaro direttamente dall’ app dedicata sullo smartphone. Ci sono diverse app che stanno prendendo piede in Italia e in Europa e che stanno aggiungendo alla possibilità di inviare denaro a negozi o ad amici anche altri servizi, come il pagamento di ricariche telefoniche, bollettini, bollo auto e moto e donazioni. La rivoluzione dei pagamenti elettronici non è ancora terminata.