Fiver, i principali fatti economici di ottobre 2024

Mondo Pictet
Il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato le previsioni di crescita dell’economia mondiale, mentre la BCE ha tagliato i tassi di interesse, l’Italia lavora alla legge di bilancio 2025 e dai BRICS arriva la sfida economica all’Occidente.
Fiver, i principali fatti economici di ottobre 2024

Nel mese che precede le elezioni americane, i mercati restano in attesa di capire chi vincerà tra Donald Trump e Kamala Harris. Ma mentre l’economia americana continua a crescere, nel resto del mondo la crescita rallenta. In Europa, dove la BCE è intervenuta con un ulteriore e atteso taglio dei tassi di interesse, i Paesi membri preparano le leggi di bilancio 2025 confrontandosi con le nuove regole della riforma del Patto di stabilità. Sui mercati, in un clima di incertezza dovuto anche al persistere delle guerre in Ucraina e sul fronte mediorientale, continua la corsa del prezzo dell’oro. Mentre dal vertice dei BRICS arriva la nuova sfida russa alle economie occidentali.

Outlook mondiale in ribasso

Nell’aggiornamento del World Economic Outlook, il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato le previsioni di crescita dell’economia mondiale al 3,2% per il 2025, ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto alla stima di luglio. Mentre la proiezione per il 2024 è rimasta al 3,2%, l’inflazione nelle previsioni dovrebbe rallentare dal 5,8% del 2024 al 4,3% dell’anno prossimo.

A trainare le sorti dell’economia mondiale sono le previsioni di crescita per gli Stati Uniti. Male invece i pronostici per la Cina, soprattutto a causa della crisi immobiliare, e l’Eurozona, a causa della debolezza del settore manifatturiero in Germania e Italia. Il FMI ha messo anche in guardia dai rischi derivanti da guerre e protezionismo commerciale.

La BCE taglia i tassi di interesse

Come previsto, la Banca Centrale Europea ha ridotto i tassi di interesse con un taglio di 0,25 punti percentuali. È il terzo taglio da giugno, a fronte dei progressi nella riduzione dell’inflazione e dei deboli dati economici. Il tasso di riferimento sui depositi è al 3,25%, il tasso di rifinanziamento al 3,40%. Francoforte ha lasciato intendere che la politica monetaria restrittiva potrebbe terminare anche prima, perché il target del 2% dell’inflazione dovrebbe essere raggiunto nel corso del prossimo anno, mentre a settembre era indicata la seconda metà del 2025.

Il Piano Strutturale di Bilancio

Il governo italiano ha inviato alla Commissione europea il Piano Strutturale di Bilancio e il Documento Programmatico di Bilancio. La riforma del Patto di stabilità europeo impone nuove regole di programmazione economica, con l’obbligo di indicare gli obiettivi della finanza pubblica fino ai prossimi sette anni e l’impegno a ridurre deficit e debito per i Paesi che sforano i paletti indicati da Bruxelles. Il disegno di legge di bilancio, approvato dal governo, è all’esame delle Camere. La manovra mobilita interventi per 30 miliardi e segue il percorso tracciato da quella precedente, confermando il taglio del cuneo fiscale e delle aliquote Irpef. La novità è il contributo proveniente da banche e assicurazioni sotto forma di una rinuncia temporanea a crediti di imposta e a deduzioni da recuperare tra due anni.

L’oro continua a salire

L’oro sta battendo tutti i record di prezzo. Depurato dell’inflazione, il prezzo sta per superare anche il picco massimo del gennaio 1980, con una salita costante nell’ultimo anno pari a un + 40%. La corsa del metallo giallo, cominciata nel 2021, è sostenuta dalla crescente domanda di beni rifugio, legata ai costanti rischi geopolitici e all’incertezza politica negli Stati Uniti. Ma anche le aspettative per ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte delle principali Banche Centrali aggiungono un ulteriore fattore di supporto per l’oro.

La sfida dei BRICS

Dal sedicesimo vertice dei BRICS, tenutosi a Kazan, è arrivata la sfida all’“egemonia del dollaro”. Il gruppo, costituito nel 2009, non comprende più solo Brasile, Cina, India, Russia e Sudafrica; da gennaio sono entrati anche Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran, creando un blocco che vale oltre il 37% del PIL mondiale e che è potenzialmente in contrasto con altre istituzioni come il G7 e la NATO.

Il presidente russo Vladimir Putin ha proposto di creare una nuova piattaforma di investimenti BRICS alternativa alla rete di messaggistica bancaria globale SWIFT per sostenere le economie dei Paesi del Sud e dell’Est globale. Putin ha anche proposto di lavorare a una borsa comune per i più importanti beni alimentari, con la possibilità di creare un modello da applicare in futuro anche allo scambio di altre importanti materie prime come petrolio, gas e metalli.