Gli ultimi tre dati sull'inflazione USA hanno fiaccato le convinzioni degli investitori e, forse, anche dei banchieri centrali; il processo disinflazionistico procede a rilento rispetto al secondo semestre del 2023. Da gennaio, le rilevazioni relative alla componente servizi, che tra l'altro è quella più importante perché rappresenta una fetta preponderante dei consumi delle famiglie, sono state troppo forti per essere trascurate. Le aspettative dei mercati finanziari hanno ovviamente seguito questa evoluzione: a gennaio i mercati registravano quasi due punti percentuali di discesa dei tassi sul mercato monetario entro fine anno, mentre ora vi è a malapena un taglio dello 0,25% tra settembre e dicembre. Il problema, per i mercati finanziari, è che una volta tolti i tagli i mercati hanno iniziato ad incorporare, per il momento con una probabilità molto limitata, nuovi rialzi dei tassi di interesse, le cui conseguenze sarebbero ovviamente negative per le principali asset class. La riunione della Federal Reserve di inizio maggio ha rassicurato il mercato: Powell ha reiterato il giudizio che le condizioni finanziarie sono già restrittive e indicato che potrebbe tagliare i tassi di interesse con inflazione al 3% se dovesse ravvisare un rallentamento sul mercato del lavoro.
In Europa, la situazione è più semplice: crescita debole, consumi poco sostenuti e inflazione su livelli di poco sopra il 2% imporranno un taglio che arriverà quasi sicuramente a giugno. Sul fronte crescita si confermano dati solidi, come registrato dai consumi delle famiglie statunitensi; tuttavia, gli ultimi dati sul mercato del lavoro indicano un parziale rallentamento nella creazione di posti di lavoro che andrà attentamente monitorata.
La stagione delle trimestrali societarie USA si avvia a conclusione, con soltanto una stock del gruppo delle 7 magnifiche mancante. L'evoluzione è stata positiva, con un livello di beat rispetto alle stime degli analisti significativamente favorevole; ciò è accaduto in quasi l’80% dei casi e gli utili a livello di indice S&P sono in crescita del 5% sul trimestre precedente. La reazione, in media, ha visto le azioni, maggiormente presenti nei portafogli degli investitori, penalizzate in caso di risultati in linea con le attese; ciò indica un posizionamento pieno, parzialmente corretto dalla piccola correzione di aprile di 5 punti percentuali dei listini azionari.
Si conferma un ciclo di investimenti in conto capitale in forte accelerazione nel settore tecnologico: la domanda di server per l'Intelligenza Artificiale si traduce in tassi di crescita sul cloud superiore al 30% su base annua per i leader del settore. La domanda di smartphone segnala un miglioramento significativo sulla gamma Android, mentre per iPhone bisogna attendere innovazioni sulla gamma prodotti, attesi per l'estate, soprattutto per la componente software.
Nel complesso, il contesto resta favorevole agli attivi di rischio: la crescita nominale solida del PIL sopra i sei punti percentuali dovrebbe permettere sorprese positive non ancora pienamente incorporate, soprattutto per l’S&P 493, ossia ex magnificent seven. I timidi segnali di ripresa che stiamo osservando in Europa e in alcune parti dell'economia cinese potrebbero altresì fornire delle opportunità tattiche interessanti. Manteniamo l'attenzione sull'inflazione, che potrebbe modificare la funzione di reazione dei banchieri centrali se l'attuale risalita dell'inflazione dovesse peggiorare. Per quanto riguarda i bond rendimenti reali, quindi depurati dall'effetto inflazione abbondantemente sopra il 2% negli Stati Uniti, sono molto interessanti e raramente osservati negli ultimi vent'anni; tuttavia, l'attuale evoluzione favorevole del ciclo economico e la scarsa disciplina fiscale da parte dei governi dei paesi sviluppati, richiedono attenzione e uso tattico della duration di portafoglio. Seppur con le difficoltà relative ad un quadro di investimento talvolta complicato da correlazioni che si comportano male, con bond e azioni che perdono contemporaneamente, crediamo che i mercati finanziari presentino opportunità di investimento con ritorni attesi per strategie multiasset prudenti significativamente superiori quelli che si possono ottenere attualmente con un BTP nominale o valore.