Il concetto di contagio è nato nel campo medico, intendendo la diffusione di un virus o una malattia da una persona infetta a chi le sta intorno, ma si è rapidamente esteso a molti altri settori, incluso quello finanziario, dove è stato studiato per decenni per via dell’impatto che può avere sui mercati, sui prezzi e sull’economia reale.
L’interdipendenza tra i mercati, rafforzata anche dal processo di globalizzazione degli ultimi decenni, è un aspetto positivo per chi intende diversificare e abbattere i rischi, ma la medaglia può rovesciarsi in fretta quando riscontriamo l’effetto contagio, o spillover in inglese.
Contagio puro e contagio indotto
Secondo la letteratura finanziaria esistono due tipi di contagio, quello puro e quello indotto.
Assistiamo al primo quando uno shock di mercato si estende ad altre controparti in via diretta, come è accaduto per esempio nella crisi finanziaria globale del 2008 scatenata dai mutui subprime.
Nel caso del contagio indotto, invece, l’effetto a catena si nota anche in mercati dove non c’è una correlazione diretta con l’innesco della crisi. La crisi del debito sovrano nell'Area euro del 2010 è un chiaro tipo di contagio indotto: in questo caso, la crisi finanziaria globale del 2008 ha portato a un aumento del debito pubblico nei Paesi europei, scatenando poi la paura del possibile default degli Stati più deboli come la Grecia, il Portogallo e l’Italia. Non c’era quindi un rapporto diretto tra crisi dei subprime americani e crisi del debito sovrano dei Paesi europei, ma l’onda lunga partita dagli USA ha investito comunque il Vecchio Continente.
Quali canali di contagio esistono?
Se ci focalizziamo poi sui canali, possiamo identificarne principalmente quattro:
- il canale commerciale, che si riferisce ai collegamenti del commercio globale di beni e servizi tra Paesi e aziende;
- il canale finanziario, che coinvolge gli scambi finanziari a livello mondiale;
- il canale informativo, che si basa quindi sulle notizie “live” e sulle informazioni che si scambiano i mercati;
- infine, il canale emotivo o psicologico riguarda appunto l’emotività di operatori e investitori, che possono farsi contagiare dal panico di altri professionisti del settore finanziario e prendere scelte sbagliate, come vendere o comprare in fretta senza riflettere sugli impatti a medio-lungo termine.
Effetto contagio: esempi storici
Impossibile non citare, come già fatto, la crisi globale del 2008 partita dal crollo del mercato immobiliare statunitense a causa dell’eccessivo utilizzo dei derivati agganciati ai mutui subprime. I mercati di tutto il mondo sono stati infettati da questo contagio, che ha visto la sua prima vittima nella banca Lehman Brothers.
Il motivo è semplice: all’inizio degli Anni 2000 i prezzi delle case negli USA iniziano a crescere e la Federal Reserve mantiene i tassi bassi, incentivando le famiglie a indebitarsi per un mutuo e le banche a concederli. Di colpo però la FED aumenta i tassi, con l’effetto che anche le rate dei mutui crescono e sempre più famiglie non riescono a ripagarli. È qui che il castello di carte inizia a scricchiolare, prima di crollare: le banche avevano cartolarizzato i mutui subprime, impacchettandoli dentro ad altri prodotti finanziari a basso rischio che hanno venduto. Ma la bolla scoppia, il valore delle case crolla, esplodono i casi di insolvenza e le banche troppo esposte falliscono. Dalla finanza quindi si passa all’economia reale, causando decine di milioni di disoccupati e contagiando tutti i Paesi che avevano una forte collaborazione commerciale e finanziaria con gli USA, quindi la maggior parte del mondo.
Un esempio molto più recente, che parte sempre dagli USA e riguarda il settore bancario, è quello del crack della Silicon Valley Bank di inizio 2023. In quel caso, persino la segretaria del Tesoro statunitense Janet Yellen spiegò alla CBS che l’obiettivo del Governo Biden era proprio evitare il contagio: “vogliamo far in modo che i problemi di una banca non vadano ad affliggerne altre che sono solide”, disse nell’intervista. E per capire ancora meglio il rischio contagio, poche ore dopo arrivò la dichiarazione del cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt, che spiegò come le aziende britanniche operanti nei settori tecnologico e scientifico fossero “a serio rischio”.