Il conto deposito è uno strumento per la protezione del risparmio. Negli ultimi mesi, con il rialzo dei tassi da parte della BCE e l’inflazione elevata, il conto deposito è tornato in auge, ma come funziona, quali sono le sue caratteristiche e quando può essere una buona opzione?
Come funziona un conto deposito?
Il conto deposito è un conto che permette di ricevere un interesse sul capitale depositato, fissato in anticipo e garantito. Rispetto a un conto corrente, di solito ha funzionalità limitate, proprio perché il suo obiettivo non è gestire le risorse disponibili ma farle maturare.
La rigidità varia a seconda che si tratti di un conto deposito non vincolato o vincolato.
- Nel primo caso, i risparmi sono sempre accessibili.
- Nel secondo, il titolare non potrà prelevare per un arco di tempo prefissato.
Di solito, la durata di un conto deposito è di breve termine, ma può coprire anche un orizzonte di medio periodo, fino a 66 mesi – cioè 5 anni e mezzo.
Punti forti e punti deboli
Si tratta di uno strumento semplice e a basso rischio. Semplice perché gli interessi sono definiti al momento dell’apertura del conto: bisogna solo prestare attenzione a distinguere tra interesse lordo (quello che di solito viene pubblicizzato) e quello netto, che risulta escludendo spese e tasse. Queste ultime sono definite in base all’aliquota ordinaria sui prodotti finanziari, pari al 26% della plusvalenza generata.
È poi un prodotto a basso rischio, perché l’interesse lordo, come detto, è garantito. In sostanza, il rischio di perdere il capitale è remoto: anche nel caso dell’eventualità peggiore (il fallimento della banca), il Fondo Interbancario della Tutela dei Depositi copre fino a 100.000 euro, proprio come succede per i conti correnti.
Ai rischi bassi corrispondono però, oltre ad alcuni vincoli, rendimenti più contenuti rispetto ad altri strumenti e prodotti. Negli ultimi tempi sono tornati a essere appetibili per due motivi: da una parte l’inflazione alta ha eroso i risparmi fermi sui conti correnti, spingendo i risparmiatori a cercare protezioni a basso rischio; dall’altra il rialzo dei tassi della BCE ha permesso agli istituti di applicare tassi più appetibili.
Le differenze tra conto deposito e PAC
Il conto deposito non va confuso con un altro strumento popolare, da cui è profondamente diverso:, il PAC (Piano di Accumulo Capitale): i due, infatti, differiscono non solo per le loro caratteristiche e il loro funzionamento, ma anche per gli obiettivi.
Se infatti - come abbiamo visto - il conto deposito è uno strumento per tutelare i risparmi, il PAC è un prodotto d’investimento. Il Piano di Accumulo permette di versare somme in modo graduale e regolare, guardando a un orizzonte di medio-lungo termine. Può assumere rischi più o meno pronunciati e non garantisce il capitale investito. Consente però di ambire a rendimenti più consistenti (sempre al netto di spese, costi di gestione e dell’imposta sulle plusvalenze al 26%), navigando il mercato sia quando è in ribasso sia quando è in rialzo.
Il PAC è più flessibile, perché offre la possibilità di investire e disinvestire piccole somme, rispondendo così alle esigenze dell’investitore, che possono cambiare nel tempo. La gradualità permette di contenere il rischio legato al timing di mercato, a cui si aggiunge il vantaggio di poter di sottoscrivere un Piano di Accumulo anche con una somma di partenza contenuta. I conti deposito, visto l’orizzonte breve e i rendimenti più modesti, sono invece maggiormente adatti a chi ha una cifra già “pronta all’uso”.
Il conto deposito in breve
In breve: il conto deposito è uno strumento a basso rischio, con interesse definito in anticipo e garantito. Può quindi tornare utile per difendere dall’inflazione la liquidità già disponibile e che il correntista prevede di non utilizzare nei mesi successivi. Offre però rendimenti contenuti ed è meno flessibile rispetto ad altri strumenti, come il PAC.