Il value investing è una tecnica di investimento che consiste nell’acquistare titoli a un prezzo più basso rispetto al loro valore intrinseco, per poi rivenderliquando il prezzo di mercato si riallinea al loro effettivo valore.
La differenza tra il valore intrinsecoe il prezzo di mercato è quello che viene chiamato margin of safety, ovvero margine di sicurezza. Per fare un esempio: si compra a 50 centesimi un’azione che vale 1 dollaro. Quando il prezzo torna a 1 dollaro, l’azione si vende guadagnando quindi 50 centesimi.
La teoria di Grahan e Dodd
La teoria del value investing è stata inizialmente formalizzata da Benjamin Grahan e David Dodd, economisti della Columbia University.
La dinamica è stata spiegata da Graham attraverso la celebre metafora di Mr Market, ovvero il mercato, identificato come socio immaginario di un’ ipotetica società. Questo socio si muove in maniera del tutto irrazionale, dal momento che il valore che dà alle azioni della società oscilla tra eccesso di ottimismo ed eccesso di pessimismo.
La metafora di Mr Market è stata usata per spiegare la volatilità del mercato azionario, in cui le fluttuazioni dei prezzi dei titoli variano in base agli eventi, agli umori degli investitori e alla diffusione di notizie più o meno fondate. Per cui può accadere che alcune azioni possano essere penalizzate sul mercato, con un ribasso del prezzo, che prescinde dal valore dell’azione.
Se il value investor, attraverso l’analisi fondamentale, comprende che il prezzo di un’azione è più basso del suo valore e che quindi in futuro potrà rivenderla a un prezzo più alto, ecco che acquista quell’azione. L’investitore in pratica approfitta dell’umore negativo di quel momento di Mr Market per acquistare a prezziscontati.
Il principale esponente di questa teoria, l’investitore Warren Buffett, allievo di Graham, nell’articolo “The Superinvestors of Graham-Doddsville”, si pone la domanda se i mercati siano effettivamente efficienti. La sua risposta è: “Well, maybe”, dimostrando poi la validità del value investing.
Come si fa value investing?
Il value investing parte dall’assunto che l’azione è una frazione di una società. Quindi, valutando l’intero business della società, è possibile determinare il valore dell’azione al di là del prezzo estemporaneo sul mercato.
Attraverso un’accurata analisi del business societario e della società, detta analisi fondamentale, il value investor determina in maniera autonoma il valore intrinseco della società e, quindi, dell’ azione connessa.
Se la quotazione dell’azione è significativamente inferiore al valore dell’azione,deciderà di comprare. Il margin of safety è la differenza tra il valore intrinseco dell’azione, come determinato dall’investitore, e il prezzo di quotazione dell’azione, come deciso dal mercato. Maggiore è la differenza tra valore e prezzo dell’azione, maggiore sarà il rendimento atteso.
Questo ragionamento si basa sulla convinzione che il mercato è volatile, mentre il valore intrinseco di un certo business societario ha un andamento più stabile e prevedibile. La valutazione della società non si basa sui flussi di cassa, ma su un approccio diverso che tiene contro dei dati finanziari, dei margini del business e della crescita attesa. In questo modo è possibile stabilire il valore intrinseco dell’azienda, che non è sempre pienamente espresso dalla quotazione del mercato.
Una volta determinato il valore intrinseco dell’azione, il value investor determina il profilo di rischio dell’investimento in base alla solidità della società.
Differenze tra value investing e growth investing
Il value investing non è una speculazione di breve periodo, ma gli investitori valutano le opportunità di guadagno che vanno oltre la volatilità del mercato.
Questa è la principale differenza con la strategia di growth investing, basata invece su investimenti che puntano sulle prospettive di crescita di società non ancora solide. Con il growth investing, concretamente, si investe in aziende giovani ed emergenti per le quali ci si aspetta una crescita degli utili superioreal settore in cui operano. Parliamo quindi non di imprese solide, ma di aziende che non si sono ancora affermate. In pratica, si scommettesul successo di queste aziende, per cui il profilo di rischio è elevato.
Con il growth investing, dunque, non si ha nessuna garanzia che l’azienda in cui si investe disponga di un modello di business in grado di imporsi sul mercato. Ecco perché si contrappone al value investing.
Il growth investing, di solito, ottiene performance migliori in periodi di espansione economica, quando le aziende ottengono utili maggiori. La strategia del value investing, invece, viene applicata soprattutto nei rallentamenti economici o durante le recessioni, quando sui mercati vince il pessimismo.
Pro e contro di ciascuna strategia
Il value investing è considerato meno rischioso e spesso viene scelto dall’investitore più conservativo. Si punta su azioni di realtà consolidate, e quindi meno soggette alla volatilità, con una visione di lungo periodo, scommettendo che il mercato si riallineerà al valore intrinseco dei titoli con un aumento dei prezzi, ricavandone quindi un guadagno.
Il growth investing, invece, è più soggetto alla volatilità e al rischio, poiché si scommette su aziende che non hanno ancora mostrato solidità ma che puntano a sovra-performare il mercato. Tuttavia,se la società su cui si scommette non è in grado di sostenere le aspettative degli investitori, il titolo perde valore portando a una perdita del capitaleinvestito.
La scelta delle strategie di investimento dipende dunque dal profilo di rischio e dalle caratteristiche dell’investitore.