Quando parliamo di bilanci aziendali, uno degli indicatori più importanti è il patrimonio netto. Possiamo definirlo, semplificando ma non troppo, comela differenza tra le attività e le passività dello stato patrimoniale dell’azienda. Nella fase di avvio della società, il patrimonio netto è uguale al capitale sociale stabilitodagli azionisti e negli anni a seguire potrà aumentare o diminuire in base agli utili o alle perdite.
Le quattro voci che compongono il patrimonio netto
Il calcolo totale del patrimonio netto si può ottenere da quattro diversi indicatori.
- Partiamo dal capitale sociale, cioè l’ammontare versato dai soci alla creazione della società, che viene ripartito in diverse quote calcolate in base a quanto ciascun azionista ha versato.
- Abbiamo poi le riserve, che sono quegli utili dell’azienda che non vengono investiti o distribuiti ai soci, ma tenuti “in pancia” per gestire eventuali imprevisti o per realizzare investimenti nei periodi più opportuni.
- Il terzo indicatore sono gli utili da destinare, cioè quegli utili che possono sia finire tra le riserve sia essere ripartiti tra i soci.
- Infine, l’ultima voce del patrimonio netto sono le perdite in sospeso, ovvero quelle perdite dell’azienda calcolate sull’ultimo bilancio di esercizio e su quelli passati ancora da regolarizzare.
Un esempio di calcolo del patrimonio netto
Abbiamo appena visto le quattro voci che compongono il patrimonio netto, ma per il calcolo finale, e quindi per capire qual è lo stato di salute dell’azienda in questione, bisogna sommare le prime tre (capitale sociale, riserve, utili da destinare) e sottrarre la quarta (perdite in sospeso).
Ipotizziamo di avere una società al suo primo anno di vita, con capitale sociale di 100.000 euro. A questo capitale versato dai soci dobbiamo aggiungere riserve per 20.000 euro e altri 10.000 euro di utili da destinare, per un totale di 130.000 euro. La nostra società ha però registrato perdite in sospeso per 20.000 euro, il che porta il nostro patrimonio netto a 110.000 euro.
Come leggere il patrimonio netto per comprendere lo stato di salute di un’azienda
Questo appena descritto è il caso in cui le attività (le prime tre voci) superano le passività (la quarta voce) e quindi il nostro patrimonio netto risulta positivo. Ma possiamo avere altre casistiche di questo tipo, per esempio un patrimonio netto uguale alle attività: non è lo scenario migliore come il primo caso, ma è comunque un buon risultato per l’azienda, perché significa che si sta autofinanziando e non è indebitata. Il terzo scenarioche possiamo analizzare è quello in cui le attività corrispondono alle passività: qui il patrimonio netto è sostanzialmente a zero e ciò significa che l’azienda deve chiedere liquidità a finanziatori terzi (per esempio tramite un prestito bancario oppure con l’emissione di un corporate bond) per raccogliere fondi da destinare all’operatività o agli investimenti. Il quarto e ultimo caso, il peggiore, è quello in cui le passività sono superiori alle attività: qui il nostro patrimonio netto va in negativo – si parla in gergo di deficit patrimoniale –, segnale che la società non sta andando bene e che serve nuovo capitale da iniettare per ripianare le perdite accumulate fino a quel momento.