8 indicatori macroeconomici da seguire

Guida alla finanza
Sono quei dati che vengono prodotti e pubblicati periodicamente dalle agenzie pubbliche o private, presi come riferimento per stabilire lo stato di salute presente e futuro delle economie.

Statistiche, percentuali e numeri. Dalla produzione ai consumi, dall’occupazione alla crescita. Gli indicatori macroeconomici sono quei dati che vengono prodotti e pubblicati periodicamente dalle agenzie pubbliche o private, presi come riferimento per stabilire lo stato di salute presente e futuro delle economie. Sono importanti sia per i governi, per stabilire le politiche economiche, sia per i mercati. Gli aggiornamenti avvengono a cadenza settimanale, mensile o trimestrale.

Ecco i principali, presi come riferimento in Europa e negli Stati Uniti.

Prodotto interno lordo (PIL)

Il PIL è un indicatore economico che misura il valore totale di beni e servizi finali prodotti all'interno dei confini di un paese durante un determinato periodo di tempo. Esso viene calcolato ogni trimestre e riflette la dimensione e la performance economica di una nazione. Può essere calcolato attraverso diversi approcci, tra cui il metodo della produzione, del reddito e della spesa.

Il PIL è l’indicatore macroeconomico più importante, in quanto esprime l’andamento dell’economia, ed è utilizzato anche per confrontare le economie delle varie nazioni, nonostante non fornisca una valutazione completa del benessere economico complessivo.

Inflazione

Indica il tasso di crescita dei prezzi. Si tiene conto del dato su base annuale e di quello su base mensile. Il principale indice da tenere in considerazione è l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) o Consumer Price Index (CPI), che mostra il tasso di crescita dei prezzi dal lato dei consumatori. Può essere anche calcolato depurato dai prezzi dei beni energetici e alimentari: in questo caso viene quindi definito IPC Core. L’indice dei prezzi può riferirsi anche ai prezzi dei beni alla produzione o all’ingrosso.

Tasso di disoccupazione

In un sistema economico, definisce la percentuale di individui disoccupati che cercano attivamente lavoro. Questo numero viene messo in relazione all’intera forza lavoro, definita come la somma tra tutte le persone disoccupate e occupate.

Tassi d’interesse

Le riunioni mensili di politica monetaria delle Banche Centrali, in cui vengono decisi i tassi di interesse, sono gli eventi più importanti sui mercati finanziari. I tassi di interesse rappresentano il costo del denaro o il rendimento generato da un investimento. Espressi in percentuale, sono la quantità di interesse che deve essere pagata o guadagnata in rapporto a una somma di denaro nel corso del tempo.

Essi influenzano quindi i costi dei prestiti e il rendimento degli investimenti, svolgendo un ruolo fondamentale nella politica monetaria e nell'economia in generale. Tassi di interesse crescenti aumentano il costo del denaro, tassi di interesse in ribasso stimolano la crescita  perché riducono il costo dell’indebitamento.

Debito pubblico

È il valore complessivo del debito accumulato negli anni da uno Stato e finanziato con l’emissione di Titoli di stato. Non si deve confondere con il deficit, che invece è l’eccesso delle uscite sulle entrate in un anno.

Vendite al dettaglio

È l’indicatore che mostra la domanda di beni di consumo da parte dei consumatori finali. Le vendite al dettaglio vengono pubblicate ogni mese dagli uffici statistici e rappresentano anche un indicatore per le spinte inflazionistiche. Quando sono in forte rialzo, infatti, indicano che l’economia è in espansione, ma questo potrebbe generare anche una impennata dell’inflazione.

Produzione industriale

Questo dato indica l’output totale dell’industria. È un utile dato per capire la capacità di un’economia di sostenersi, quali sono i settori che trainano la crescita e quali quelli più in difficoltà.

Indici di fiducia

Gli indici di fiducia, suddivisi tra indici di fiducia delle aziende e quelli dei consumatori, sono importanti indicatori dello stato di salute di un’economia. Ne esistono diversi, prodotti da vari istituti: i principali sono l’indice IFO, lo ZEW e quello prodotto dall’Università del Michigan. I primi due sono relativi a Germania ed Eurozona mentre l’ultimo riguarda gli Stati Uniti. Si basano su sondaggi condotti su campioni di aziende e consumatori.

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