Dal 1924, il 31 ottobre si celebra la Giornata Mondiale del Risparmio. Lo scopo di questa ricorrenza è quello di informare i cittadini sul valore del denaro e sull’importanza di una buona gestione dei risparmi, con iniziative che puntano alla diffusione dell’educazione finanziaria per conoscere gli strumenti a disposizione e accumulare risorse per il futuro attraverso decisioni quanto più consapevoli e informate. La giornata, infatti, si tiene alla fine di ottobre, mese dedicato all’educazione finanziaria dei cittadini.
Il tema della Giornata Mondiale del Risparmio 2022 è “Il valore del Risparmio nell’era dell’incertezza”, che sottolinea come l’abitudine al risparmio possa aiutare a prepararsi per il futuro, sia esso di stabilità o incertezza, al riparo da crisi finanziarie e spese impreviste. Saper gestire il proprio capitale diventa importante soprattutto in un periodo di grande volatilità economica come quello che stiamo vivendo, per cui è bene essere preparati per qualsiasi circostanza.
Come gestire i risparmi senza rimetterci
Partiamo da un assunto: conservare i risparmi o tenerli fermi sul proprio conto non è la soluzione più saggia, soprattutto in un periodo di grande inflazione. In questo scenario, infatti, l’inflazione erode i conti in banca e il potere d’acquisto della moneta si riduce. Per questo, tendenzialmente, è opportuno valutare l’impiego di una parte del denaro che si ha a disposizione. Certo, qualsiasi tipologia di investimento comporta dei rischi, ma attraverso una gestione oculata delle risorse e una scelta mirata dei prodotti più adatti al proprio profilo è possibile contenerli.
Naturalmente non avrebbe senso investire tutto il proprio capitale, è sempre bene avere liquidità sul proprio conto; il problema nasce quando si sceglie di tenere ferme e disinvestite sul conto grandi somme di denaro, che potrebbero essere gestite diversamente per ottenere potenzialmente un rendimento migliore.
Ogni strategia deve essere declinata in maniera differente su ogni persona, in base alle sue caratteristiche specifiche e agli obiettivi. Molto dipende dalle condizioni economiche e reddituali, ma anche dalla propensione al rischio e dall’obiettivo del risparmio. Su queste basi viene definito un identikit dell’investitore, che permette a chiunque di iniziare a capire quali somme investire e come.
Su cosa si può investire?
Una delle opzioni è investire in Borsa, in azioni, obbligazioni o materie prime. Lo si può fare direttamente (ad esempio, attraverso l’attività di trading) o investendo in fondi comuni di investimento (tramite un consulente o intermediario finanziario).
Si può scegliere anche un fondo ETF, Exchange Traded Fund, che permette di replicare fedelmente l’andamento di indici azionari, obbligazionari o materie prime, con minori costi di gestione.
Per attenuare il rischio di perdite, si può optare per una modalità di ingresso sul mercato tramite PAC, Piani di Accumulo del Capitale, che permettono di acquistare uno strumento finanziario (ad esempio, la quota di un fondo) a piccole dosi, investendo una somma fissa nel tempo e con scadenze regolari.
In un momento in cui l’inflazione è alta, un’opzione può essere quella di investire su prodotti indicizzati all’inflazione, come i titoli di Stato, o sui beni rifugio, che mantengono di solito un valore inalterato anche nei momenti di recessione.
L’importanza dell’educazione finanziaria per gestire i risparmi
Orientarsi tra i diversi strumenti finanziari a disposizione non è semplice; per questo, per prendere decisioni oculate è importante avere una base di educazione finanziaria. La scelta ottimale è sempre affidarsi a professionisti del settore, ma, anche in questo caso, conoscere la materia ed essere informati aiuta a compiere scelte razionali, non guidate dall’emotività, e a comprendere al meglio i consigli dei professionisti.
Pictet AM Italia ha realizzato, in collaborazione con FINER Finance Explorer, la seconda edizione della ricerca sull’educazione finanziaria, dal titolo “Osservatorio Internazionale EduFin 2022: la finanza secondo le nuove generazioni”. L’indagine rivela che l’Italia, nonostante sia ancora un passo indietro rispetto ai Paesi OCSE, è sempre più interessata ai temi economico-finanziari.
La percentuale di italiani che si dice abbastanza o molto interessata alla finanza è passata infatti dal 76% del 2021 all’82%. L’interesse aumenta con l'entità del patrimonio, ma registra una crescita anche tra categorie tradizionalmente meno vicine al mondo finanziario e tra i giovani.
Guardando i dati rilevati salta all’occhio un tema molto interessante: se nel 2021 la principale spinta per intraprendere un programma di alfabetizzazione o educazione finanziaria era il risparmio, indicato dal 31% degli intervistati, quest’anno l’obiettivo principale è diventato “realizzare i propri progetti di vita”, con il 34%. Un cambio di prospettiva che vira verso un’ottica di investimento per migliorare la propria condizione economica, anche se restano forti l’esigenza di risparmiare (29%) e quella di investire per mantenere o migliorare il proprio tenore di vita (25%).