In un momento di grande incertezza, tra inflazione in forte crescita, previsioni di rallentamento della crescita globale e uno scenario internazionale che si complica in seguito all’aggressione russa in Ucraina, cresce la tendenza a mettere al riparo il proprio portafoglio di investimenti puntando sui cosiddetti “beni rifugio”.
Si tratta di quei beni che hanno un valore destinato a durare, anche in fasi di recessione economica, di aumento dell’inflazione o di turbolenza dei mercati. Si parla, quindi, di beni come i metalli preziosi o le valute affidabili, che servono a proteggersi e a mitigare la volatilità di altri tipi di strumenti finanziari.
Quando si ricorre ai beni rifugio? Pro e contro di questi investimenti
I beni rifugio hanno un valore intrinseco che si mantiene tendenzialmente inalterato. Per questo, nei momenti di maggiore incertezza, quando gli investitori tendono a spostarsi su posizioni più stabili, la richiesta di questo tipo di beni si fa più alta.
Lo svantaggio, però, è che non sono molto redditizi. Nonostante possano offrire un rendimento, l’obiettivo primario di un investimento nei beni rifugio è di fatto proteggersi e conservare il capitale investito, evitando perdite.
Quali sono i beni rifugio?
Tendenzialmente, vengono considerati beni rifugio:
- Tutti i metalli preziosi, come l’oro, l’argento e il platino, e le materie prime in generale.
- I titoli di Stato emessi dai Paesi più solidi a livello economico, come il Bund tedesco e il Treasury americano. L’affidabilità di Germania e Stati Uniti, infatti, è solida e difficilmente i due Paesi avranno difficoltà a rimborsare i loro debiti alla scadenza dei titoli emessi.
- Le valute di Paesi affidabili e con conti pubblici in ordine vengono viste come possibili beni rifugio per lo stesso motivo del punto precedente; esempi sono il dollaro americano o il franco svizzero.
- Gli immobili, soprattutto di alta gamma, i gioielli e le opere d’arte. Ma in questi ultimi casi, è opportuna una consulenza specializzata per non cadere in errore.
Prezzo dell’oro: cosa sta succedendo?
Il bene di rifugio per eccellenza è sempre stato l’oro, materia prima che offre protezione in fasi di grande volatilità dei mercati e quando l’inflazione sale.
In seguito allo scoppio della guerra russo-ucraina, infatti, molti investitori hanno virato sull’oro, che ha beneficiato a sua volta dell’aumento dei prezzi che interessa tutte le materie prime.
Eppure, dal picco di marzo 2022 quello che è sempre stato il bene di rifugio per eccellenza ha visto poi scendere il prezzo anche di oltre il 20%. La causa è da ricercarsi nell’aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve nel tentativo di abbassare l’inflazione. Una mossa che ha apprezzato il valore del dollaro e reso convenienti gli acquisti delle obbligazioni americane.
In pratica, in un momento in cui i tassi di interesse stanno aumentando, l’oro invece non genera reddito e gli investitori possono ottenere rendimenti più elevati da obbligazioni e altri beni rifugio.