Ad agosto l’Istat ha certificato un aumento dell’8,4% dell’inflazione su base annua, in crescita anche rispetto al +7,9% di luglio. E questo deciso aumento dei prezzi medi è comunque inferiore all’impennata dei costi del cosiddetto “carrello della spesa”, che ha registrato un +9,6% che non si vedeva dal lontano giugno 1984.
Gli effetti dell’inflazione
Prima di conoscere le strategie per difendersi dall’inflazione, conosciamola meglio. Un tasso di inflazione costante e controllato è una buona notizia per l’economia di un paese, perché significa che le prospettive sono positive e che i beni e i servizi crescono di valore con un trend “sano”. Il principale contro dell’inflazione è che il potere d’acquisto delle persone diminuisce, se i salari non crescono in coerenza con l’aumento dei prezzi. Ecco perché è importante monitorare con attenzione l’andamento dell’inflazione e capire quali sono gli accorgimenti per non soffrirla.
Come proteggersi dall’inflazione
Ci sono diversi accorgimenti che gli investitori possono adottare per limitare gli effetti negativi dell’inflazione. Il più ovvio è acquistare quei titoli che possono essere avvantaggiati dai prezzi in crescita, come per esempio i titoli delle banche o delle aziende che producono beni essenziali.
Anche puntare sul mercato immobiliare non è una cattiva idea, perché un mutuo a tasso fisso permette di bloccare il costo sul lungo periodo e perché, con un’inflazione prolungata, i valori degli immobili sono destinati a crescere. Un grande classico in caso di turbolenze sui mercati sono i beni rifugio come l’oro, l’argento e il platino.
Il focus sulle materie prime
Un discorso a parte va fatto sulle materie prime, perché è chiaro ormai da mesi che l’importante inflazione che stiamo vivendo è causata principalmente dal deciso incremento del valore delle materie prime sui mercati. Ma perché sono aumentati così tanto i prezzi? Il principale motivo è la forte riduzione dell’offerta soprattutto di petrolio e gas naturale a fronte dell’impennata nella domanda. Anche il mais e il grano, prodotti agricoli dei quali l’Ucraina era il principale esportatore in Europa e in molti Paesi africani, hanno subito un pesante taglio, con conseguente boom dei prezzi. E qui non si può non notare un chiaro collegamento con l’invasione russa dell’Ucraina, che ha portato i Paesi occidentali a prendere posizione contro Mosca, principale esportatore di gas e petrolio in Europa. Ecco perché acquistare sui mercati finanziari asset agganciati all’andamento delle materie prime o di grandi aziende energetiche potrebbe portare buoni risultati.
Cosa non fare quando l’inflazione corre
Un errore che fanno molte persone è pensare di aspettare che la situazione si tranquillizzi per investire, mentre è proprio attraverso gli investimenti che ci si può proteggere dall’aumento prolungato dei prezzi. Mantenere i soldi in banca causerà solo una forte riduzione del proprio potere d’acquisto. Anche scegliere i titoli di aziende che lavorano in settori che richiedono molta manodopera non è consigliabile in uno scenario inflativo, perché i costi del personale in aumento, sommati ai maggiori costi delle materie prime, porteranno probabilmente a risultati non molto soddisfacenti.