Diverse per sintomi e cause ma sempre con un impatto disastroso sull'economia, le imprese e i posti di lavoro. I blocchi imposti per fermare il Coronavirus hanno innescato un crollo del Pil. Nel 2020, il Fondo monetario internazionale stima un calo del 3% per l'economia globale e del 9% per quella italiana. Non è la prima volta che il mondo è chiamato a una prova di tenuta davanti a una crisi. Ecco quali sono state quelle più significative.
La crisi economica nella storia per eccellenza: la grande depressione del 1929
Ogni volta che spunta una nuova crisi, il primo riferimento storico cui si pensa è la grande depressione del 1929. L'epicentro è stato a Wall Street, con due giorni “neri” per la borsa americana: giovedì 24 ottobre e martedì 29 ottobre. Dopo anni di corsa, il mercato finanziario americano fu pervaso dal panico: la speculazione e i dubbi che la crescita di quegli anni non avesse basi solide causò un'ondata di vendite. Dalla finanza statunitense, la crisi si trasferì all'economia e al resto del mondo, con un crollo (tra le altre cose) della produzione industriale e degli scambi di materie prime che pesò per gli anni successivi.
1973: lo shock petrolifero
Di tutt'altra natura è stata la crisi del 1973. A ottobre, gli Stati membri dell'Opec (l'organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) decisero di aumentare i prezzi del greggio del 70%. Il 23 dicembre dello stesso anno, con un nuovo intervento furono più che raddoppiati, riducendo allo stesso tempo le esportazioni. La decisione fu dettata da una scelta politica: punire i Paesi occidentali che si erano schierati in difesa di Israele nel corso della guerra del Kippur.
In Italia parte la “stagione dell'austerità”, con il governo che raccomanda parsimonia nei consumi.
La prima grande crisi economica del XXI secolo: la recessione 2008
Altra crisi, altre caratteristiche. Anticipata da alcuni scricchiolii già nei due anni precedenti, scoppia il 15 settembre 2008, quando fallisce la società finanziaria Lehman Brothers. L'origine è finanziaria e si intreccia con il mercato immobiliare. I mutui “subprime” (cioè prestiti ad alto rischio) vengono venduti a clienti con alta probabilità di insolvenza (che non riescono più a pagarli) e impacchettati in altri prodotti venduti a clienti che non intendevano certo speculare.
Quando la bolla scoppia, le banche si ritrovano a gestire una mole senza precedenti di crediti deteriorati. La BCE innesca il quantitative easing per cercare di lenire l'impatto di quella che è stata ribattezzata “grande recessione”.
2011: la crisi del debito
La grande recessione è tra le cause che innescano un'ulteriore crisi, quella del debito sovrano. Nel tentativo di fronteggiare le difficoltà economiche, gli Stati avevano appesantito il proprio debito. Il timore che fosse diventato insostenibile e la speculazione misero sotto pressione i Paesi più esposti. I credit default swap (che scommettono sul fallimento di uno Stato) e lo spread Btp-Bund schizzano alla fine del 2011.
Il presidente della BCE Mario Draghi pronuncia l'ormai storico discorso del “whatever it takes” per dimostrare gli sforzi che saranno messi in campo per difendere la tenuta dell'Eurozona. Il Pil italiano, che si era faticosamente riaffacciato in territorio positivo dopo il calo del 2008-2009, inverte la rotta. Torna la recessione. È il “double dip”, cioè un andamento economico a forma di “w”: un momento di crescita intervalla due crolli (grande recessione e crisi del debito).