Con l’economia italiana e mondiale in ginocchio a causa della pandemia, il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è tornato sulle prime pagine dei giornali e nei dibattiti politici. Mentre infuriano polemiche e scontri tra fazioni è utile fare chiarezza su questo strumento.
Cos'è il MES
Entrato in vigore nel 2012 per contrastare gli effetti economici della crisi del 2008, il MES, o fondo salva Stati, sostituisce il Fondo Europeo di stabilità finanziaria e il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria.
Si tratta, in sostanza, di un fondo monetario che ha l’obiettivo di mantenere la stabilità finanziaria nell’Eurozona, sostenendo nei momenti di crisi gli Stati membri che hanno adottato l’euro come moneta unica. Ad oggi il MES è stato utilizzato per soccorrere Portogallo, Cipro, Spagna e Grecia, scatenando molte polemiche tra economisti e politici.
Come funziona il MES
Il fondo è gestito da un consiglio dei Governatori composto dai ministri delle finanze dell’Eurozona e da un Consiglio di Amministrazione, nominato dagli stessi Governatori. Ne fanno parte anche il Direttore Generale, il Commissario EU agli affari economici e il Presidente della BCE. Le somme del fondo vengono raccolte attraverso le partecipazioni di ciascuno Stato membro che non si trova in difficoltà economica (l’Italia è il terzo maggiore finanziatore dopo Francia e Germania). Tuttavia, poiché ogni Paese ha un diverso grado di affidabilità, alla quota versata da ciascuno viene riconosciuto un interesse differente.
Quando uno Stato europeo ha bisogno di liquidità può presentare richiesta di assistenza al Presidente del consiglio dei Governatori. A questo punto, la Commissione analizza le condizioni di salute del Paese e ne valuta il fabbisogno finanziario. In base ai risultati dell’analisi, l’organo plenario del MES può decidere di attivarsi con misure come l’erogazione di prestiti, l’acquisto di titoli di Stato o l’attivazione di linee di credito precauzionale. In cambio, il Paese che ha fatto la richiesta di assistenza deve aderire a condizioni piuttosto impegnative, impegnandosi a realizzare riforme strutturali e adottare misure fiscali per migliorare il proprio bilancio, sia sul breve che sul lungo periodo.
MES e Coronavirus: perchè sentiamo tanto parlare del fondo salva Stati
Come hanno notato molti esperti, il fondo salva Stati “classico” presenta condizionalità troppo aspre per essere utile in questa situazione di emergenza generale. E tuttavia ha un indubbio vantaggio: 410 miliardi di euro già stanziati e pronti all’uso. Una cifra che sarebbe utile mobilitare in fretta, dal momento che ci troviamo davanti a “uno shock comune molto forte e puramente esogeno”, caratterizzato da “continua incertezza sulla durata e l’intensità”, come ha osservato il Fondo Monetario Internazionale. Ma i 410 miliardi già disponibili non sarebbero comunque sufficienti per coprire le necessità di tutti i Paesi colpiti.
L’Eurogruppo sembra essere consapevole di tutti questi aspetti e ha di fatto predisposto la creazione di una nuova linea di credito, finanziata dal MES e attivabile da qualsiasi Stato membro a sua discrezione. Questo “nuovo” MES ha una sola condizione: utilizzare le risorse per spese sanitarie a contrasto della crisi scatenata dal COVID-19. Per quanto non risolutiva, l’idea di un MES senza condizionalità ha incontrato il favore di molti, anche se tutte le strade sono ancora aperte e diversi oppositori restano agguerriti.