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Educazione finanziaria: alla ricerca di contenuti e referenti adeguati per realizzare i propri progetti di vita

Il mondo Pictet Articolo riservato
Pictet Asset Management presenta la quarta edizione dell’Osservatorio EduFin Pictet dal titolo “Educare al futuro”. La ricerca indaga i bisogni e le abitudini, ma anche le paure e i desideri di un campione di 5000 risparmiatori italiani.

Un viaggio tanto affascinante, quanto insidioso, quello nel mondo dell’educazione finanziaria. Nel corso degli anni l’attenzione sul tema è cresciuta in maniera esponenziale, con un’ampia schiera di nuovi divulgatori e professionisti pronti a mettersi in gioco per potenziare l’alfabetizzazione finanziaria dei giovani, e non solo. Ad oggi, nonostante ci sia ancora tanto da fare, la percezione dei risparmiatori verso gli argomenti economico-finanziari sta cambiando e sulla motivazione sottostante siamo tutti d’accordo: realizzare i propri progetti di vita.

In occasione del mese dedicato all’educazione finanziaria, l’Osservatorio EduFin Pictet ha da poco presentato i risultati della ricerca 2024 condotta su 5.000 italiani, sia investitori finali con patrimoni finanziari da 10.000 a oltre 5 milioni di euro, sia studenti, universitari e over 25 che non hanno ancora investito i propri risparmi.

Vediamo quali sono le principali evidenze emerse dall’indagine. 

Interesse per la materia in costante crescita

I dati raccolti mostrano che, anche nel 2024, complice una maggiore complessità dei mercati finanziari e le incertezze relative a crescita economica e tensioni geopolitiche, l’Italia conferma il trend positivo di un crescente interesse per le tematiche finanziarie da parte di investitori e risparmiatori.

Sul totale del campione si dichiarano, oggi, molto o abbastanza interessati l’88% dei casi, rispetto al 76% del 2021 (Fig.1). L’interesse degli investitori per la finanza resta correlato al rapporto tra età e patrimonio finanziario.

Fig.1 La finanza attrae sempre di più

Fonte: FINER® Finance Explorer S.r.l. | Ricerca Pictet EDUFIN 2024

Come precedentemente sottolineato, complice un contesto economico molto sfidante e in continua evoluzione, cresce la percentuale di quanti non ritengono sufficientemente adeguate le proprie conoscenze in materia finanziaria (“sapere di non sapere”), con un incremento dell’11% dal 2021 ad oggi (Fig.2). In particolare, tra le generazioni più giovani, oltre il 40% desidera aumentare le proprie conoscenze in materia.

Per la prima volta quest’anno, la percentuale di quanti dichiarano di informarsi quotidianamente o settimanalmente sui temi economico-finanziari ha raggiunto il 38%, superando quella di quanti vi si dedicano esclusivamente durante eventi eccezionali una tantum (pari al 33% nel 2024). 

Fig.2 “Sapere di non sapere”

Fonte: FINER® Finance Explorer S.r.l. | Ricerca Pictet EDUFIN 2024

Trovare contenuti adeguati: un ostacolo da superare

Gli investitori e risparmiatori italiani sono ben consapevoli di quale sia la sfida da vincere: trovare gli strumenti adeguati per approfondire e ampliare le proprie conoscenze finanziarie.

In effetti, se nel 2021 la difficoltà nel comprendere la materia era al primo posto (31% degli intervistati), dal 2022 quest’ultima ha ceduto il posto alla percezione di mancanza di contenuti o di referenti ritenuti affidabili, aumentata di 17 punti percentuali negli ultimi 3 anni e indicata oggi come principale ostacolo dal 39% del campione (Fig.3).

Pertanto, se da un lato gli sforzi di comunicazione hanno attivato l’interesse della popolazione rispetto al tema del risparmio in questi ultimi anni, dall’altro continua a permanere un problema rispetto all’offerta di contenuti, che non sembrano ancora oggi rispondere pienamente ai bisogni del pubblico.

Fig.3 Una sfida da vincere

Fonte: FINER® Finance Explorer S.r.l. | Ricerca Pictet EDUFIN 2024

Cambiano le generazioni e con loro i canali di comunicazione

Tra gli strumenti utilizzati per informarsi, i social si confermano quale canale privilegiato e sempre più utilizzato, passando dal 27% del 2021 al 36% nel 2024 (Fig.4), seguiti al secondo posto da eventi digitali, preferiti dal 24% degli intervistati.

Di contro, prosegue il costante declino di stampa e tv nella dieta mediatica, come canali di informazione economica-finanziaria: se nel 2021 questi due fonti erano scelte dal 32% del campione, nel 2024 la percentuale è scesa al 18%.

Nel complesso, si riconferma una sempre maggiore centralità dei social network quali strumenti per informarsi (in generale) con esperti. Anche qui le differenze generazionali rispetto alle preferenze social sono particolarmente marcate: per Boomer (1940-1964) e Gen X (1965-1980) WhatsApp e Facebook restano predominanti, mentre per Gen Y (1981-1996)  e) e Gen Z (1997-2010) Instagram è in assoluto il favorito con oltre il 35% delle preferenze.

Le divergenze tra generazioni permangono anche se andiamo a vedere quali sono i canali a cui affidarsi per consigli di stampo finanziario: tra i più giovani (Gen Y e Gen Z) domina indiscusso Instagram, mentre per Boomer e Gen X circa il 50% del campione predilige LinkedIn o Facebook.

Fig.4 Social network sulla cresta dell’onda

Fonte: FINER® Finance Explorer S.r.l. | Ricerca Pictet EDUFIN 2024

Complessivamente, prosegue la crescita della fiducia verso i social network. Se nel 2021 solo il 2% del campione esprimeva fiducia in questi ultimi, nel 2024 è passata al 27%. Subito dietro troviamo amici e conoscenti, che mantengono salda la prima posizione (49%) come referenti di fiducia per risparmio e investimenti.

Guardando, invece, ai livelli di fiducia degli italiani nei confronti delle istituzioni e degli operatori del settore finanziario, scuola e istituzioni raccolgono la maggior parte delle preferenze. Un dato, quest’ultimo, che trova riscontro nell’inserimento dell’educazione finanziaria nelle scuole, apprezzata dal 58% del pubblico (Fig.5).

Fig.5 Una decisione particolarmente apprezzata

Fonte: FINER® Finance Explorer S.r.l. | Ricerca Pictet EDUFIN 2024

Progettare il proprio futuro tra paure e difficoltà a risparmiare

Prima ancora di indagare le attitudini e preferenze di investimento degli italiani, la ricerca si è soffermata sull’attitudine al risparmio, mettendo in evidenza gli obiettivi, ma anche le paure e le difficoltà nel mettere da parte del denaro prima ancora di decidere come investirlo.

Partendo dagli obiettivi, il 41% del campione dichiara di voler accrescere le proprie conoscenze finanziarie per realizzare i propri progetti di vita, seguito da un 25% che desidera imparare a risparmiare e un 23% che vuole sapere come investire correttamente il proprio risparmio.

In effetti, per poter realizzare i propri sogni, è fondamentale riuscire a risparmiare per crearsi una solidità finanziaria a lungo termine e una sorta di protezione in caso di imprevisti. Queste sono state le due principali motivazioni portate dal 60% degli intervistati sul perché sia importante il concetto di risparmio.

Tuttavia, il connubio tra inflazione, rialzi dei tassi, incertezza economica e tanto altro, che ha caratterizzato lo scenario economico-finanziario degli ultimi anni, ha reso particolarmente difficile riuscire ad accantonare periodicamente una quota di denaro. A conferma di ciò, il 46% del campione dichiara di non riuscire a risparmiare, se non saltuariamente, mentre per il restante 33% dei casi, solamente il 12% riesce a risparmiare oltre il 10% dello stipendio percepito (Fig.6).

Fig.6 Risparmiare non è così scontato

Fonte: FINER® Finance Explorer S.r.l. | Ricerca Pictet EDUFIN 2024

Questa difficoltà nell’accantonare dei risparmi si riflette sulla cosiddetta “ansia finanziaria”, di cui si dice affetta circa il 70% della popolazione in Italia. In generale, il livello di ansia appare proporzionale all’educazione finanziaria: quanto più è scarsa la conoscenza della materia, tanto inferiori sono i rischi economico-finanziari percepiti.

Correlazione ben evidente anche nel caso della previdenza complementare, dove il 78% del campione dichiara di non pensarci minimamente. Problema piuttosto evidente nelle giovani generazioni: il 55% di Gen. Y e Gen. Z afferma di non averla ancora considerata.

Il “paradosso” dell’investimento a lungo termine: azionario più popolare tra i meno giovani

Una visione di breve, unita all’idea di un rendimento sicuro offerto dai Titoli di Stato, continua a prevalere. Tra gli investitori, il grosso dei portafogli risulta carico di bond e titoli governativi italiani (47%) seguiti da investimenti immobiliari (22%), e appena un 9% di azioni (Fig.7).

Guardando poi alla propensione all’investimento per fasce d’età, persiste il “paradosso” dell’investimento a lungo termine, dove sebbene un giovane sia il soggetto più indicato per investire in azioni, dalle evidenze della ricerca risulta che l’azionario cresce d’attrattività con l’avanzare dell’età. Analogamente, i giovani si mostrano meno interessati (più dell’80% non li conoscono) a strumenti ritenuti ideali per iniziare il proprio percorso di pianificazione finanziaria e investimento di lungo periodo: i Piani di Accumulo del Capitale (PAC).

Fig. 7 Ancora tanto/troppo BTP in portafoglio

Fonte: FINER® Finance Explorer S.r.l. | Ricerca Pictet EDUFIN 2024

In sintesi

  • Il quadro restituito dalla ricerca offre spunti di interesse legati alla difficoltà di trovare referenti adeguati tanto per l’approfondimento della materia, quanto per dare forma e disciplina ad una pianificazione finanziaria ancora latitante per larga parte della popolazione.

  • Una pianificazione finanziaria necessaria ad attenuare l’ansia finanziaria e a correggere le abitudini di investimento di una popolazione ancora affetta da presentismo e avversione al rischio.

  • C’è una grande opportunità per la consulenza degli investimenti, che deve però rendersi più accessibile e tenere conto delle caratteristiche peculiari dei canali per ingaggiare le nuove generazioni di risparmiatori, in un contesto in cui emerge chiaramente un gap generazionale sulle modalità di fruizione dei media.

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