L’educazione finanziaria è ancora appannaggio di pochi. In un mondo che eccede di notizie, portali e informazioni, le persone (per lo più non investitori) sembrano non trovare contenuti pertinenti, stimolanti o sufficientemente chiari in materia di educazione finanziaria; o, semplicemente, non riescono a trovarli sui canali che più di frequente utilizzano per informarsi, vale a dire, in prevalenza, i social network.
Sebbene differenti per genere, età ed estrazione sociale, le persone mostrano alcune caratteristiche comuni quando si parla di finanza, che vanno dalla paura di non sapersi esprimere alla disabitudine nel pensare ad un orizzonte temporale di più lungo termine, alla scarsa capacità di individuare i propri bisogni. Non stupisce dunque che ancora 1630 miliardi di euro circaFabi restino depositati tra conti correnti e cassette di sicurezza in attesa di essere impiegati, subendo l’effetto erosivo dell’inflazione.
Per indagare le ragioni di queste difficoltà, in collaborazione con FINER Finance Explorer, abbiamo realizzato per il secondo anno consecutivo, una ricerca di mercato volta a fare luce sulle responsabilità, i desideri e gli ostacoli degli italiani in materia di educazione finanziaria. I risultati della ricerca (scaricabile qui) sono stati presentati il 4 ottobre negli uffici di Milano di Pictet Asset Management, in un convegno che ha visto, come lo scorso anno, la partecipazione di Paola Soccorso, Consigliere Ufficio Studi Economici CONSOB, Alessandro Paralupi, Direttore Generale di OCF e Daniele Cammilli, Head of Marketing di Pictet AM Italia. Nuova voce, quella di Riccardo Haupt, Head of Strategy di Will Media, volto della community per le nuove generazioni. A moderare l’evento, Nicola Ronchetti, Founder & CEO di FINER Finance Explorer, che ha commentato le principali evidenze della ricerca.
I messaggi chiave emersi dal panel di discussione sono stati molteplici. Anzitutto, un focus è ricaduto sul tema della consapevolezza: il settore finanziario dev’essere in grado di stimolare l’interesse delle persone per muoverne le intenzioni, ha evidenziato Paola Soccorso. Sono, infatti, le intenzioni che stimolano il comportamento, che è protagonista fondamentale nelle scelte di investimento, specie in fasi di mercato incerte come quelle che stiamo vivendo oggi. È dunque dalla conoscenza che deriva la fiducia, un qualcosa che ogni operatore e intermediario finanziario deve ambire.
Si è poi parlato del tema della scuola, grande assente nella formazione finanziaria. La scuola, ha sottolineato Alessandro Paralupi, ricopre ancora, purtroppo, un ruolo marginale perché non c’è una norma che consenta di inserire l’educazione finanziaria nei programmi scolastici. La sfida del nuovo governo potrebbe proprio questa: se il treno della Gen Y (i Millennials) è ormai passato, possiamo ancora cogliere quello della Gen Z (i nativi del duemila), affiancando alla figura fondamentale dei professori (spesso non sufficientemente formati in materia finanziaria) il supporto che ormai ci offre la tecnologia.
Ancora, è emerso come, nell’epoca digitale che viviamo, l’opportunità di comunicazione offerta dai social network non possa essere ignorata. È cruciale che i contenuti della finanza rispecchino gli stati d’animo che uniscono tutte le generazioni di "naviganti", vale a dire Funny, Committed e Interested. A prescindere da quale sia l’argomento, ha spiegato Riccardo Haupt, un contenuto per essere intercettato e compreso deve infatti risultare divertente, per la community o il target che si vuole raggiungere, ingaggiante, con l’utilizzo di esempi e casi pratici che avvicinino l’utente al quotidiano, e impegnato in quel che espone, utilizzando l’informazione per sostenere un’idea e prendere una posizione rispetto ai grandi temi.
Un ultimo grande punto toccato ha riguardato la sfera dei più giovani: il futuro sta nelle nuove generazioni ed è lì che dobbiamo insistere. I giovani hanno voglia di apprendere la materia e su di loro dobbiamo concentrare i nostri sforzi. Dobbiamo però lavorare più sull’idea dell’ingaggio che non sull’informazione vera e propria. In Pictet lo facciamo partendo dai contenuti, passando poi al linguaggio e arrivando ai canali di diffusione.
Da oltre 7 anni, ci proponiamo di raccontare l’attualità economica e finanziaria attraverso un linguaggio semplice e diretto, evitando tecnicismi e spiegando contestualmente i principali concetti che un investitore dovrebbe padroneggiare per affrontare consapevolmente un investimento o una decisione di economia familiare. Lo strumento principale con cui portiamo avanti questo proposito è il nostro blog Pictet per Te, un portale in cui raccontiamo i cambiamenti che stanno trasformando il nostro mondo attraverso la comprensione dei temi chiave dell’attualità.
Riteniamo, infatti, che un approccio creativo, non nozionistico, ma volto a stimolare la motivazione ad approfondire gli aspetti economici e finanziari sia il miglior modo per ingaggiare anche i più restii a intraprendere un percorso di alfabetizzazione finanziaria. A questo scopo è volta anche la sperimentazione che da sempre contraddistingue la nostra produzione di contenuti per i social network, a cui si sono recentemente aggiunte una raccolta di video pillole educative e due serie di podcast per raccontare e intrattenere agli investitori italiani attraverso la comprensione delle transizioni che stanno scuotendo il nostro mondo.
Se le ricerche dimostrano il nesso che lega la consapevolezza finanziaria al benessere economico, è altresì evidente che una maggiore alfabetizzazione incide sul benessere psicologico e sociale, traducendosi in una maggiore serenità e resilienza finanziaria delle famiglie.Fabi Pertanto, rispondere al bisogno della società in cui operiamo è il nostro modo di provare a generare un impatto positivo e dare un piccolo contributo alla comunità, un qualcosa di strettamente legato al concetto di partnership responsabile, centrale nel nostro modo di operare. Vogliamo, infatti, essere un’azienda responsabile nei confronti delle generazioni presenti e future, dell'economia reale e del mondo in generale contribuendo a un'economia più resiliente e sostenibile attraverso partnership responsabili con la nostra clientela, con i colleghi, le comunità e le aziende in cui investiamo.
Vogliamo condividere con voi, con le istituzioni e con tutti gli stakeholder del sistema dell’educazione finanziaria in Italia le evidenze di questa ricerca, per contribuire al dibattito sulle best practice che i programmi di alfabetizzazione finanziaria dovranno avere per aumentare la loro efficacia e portata, in particolare per le nuove generazioni. Tutti noi possiamo e dobbiamo, infatti, avere un ruolo nella transizione finanziaria necessaria per il nostro Paese.
L’evento è stato inserito nella programmazione ufficiale del Mese dell'Educazione Finanziaria, promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (EduFin) e nel programma della World Investor Week promossa da IOSCO.