La rivoluzione digitale ha già impattato il mondo dei pagamenti, la lista di esempi è lunga, va dalle transazioni online alle criptovalute. Ora è arrivato il momento delle Banche centrali, che in alcuni casi stanno già testando le CBDC (Central Bank Digital Currency), nuovi strumenti che possono influenzare il contesto finanziario globale e le scelte di politica monetaria.
Cosa sono le CBDC?
Le CBDC possono rappresentare una nuova frontiera dei pagamenti digitali e vengono emesse direttamente dalle Banche centrali. Sono valute digitali con lo stesso valore legale della moneta fisica, ma assicurano più sicurezza e stabilità rispetto alle criptovalute, per loro natura molto volatili. Ora si parla di CBDC perché la pandemia scatenata dal COVID-19 ha accelerato in tutto il mondo i pagamenti digitali, con un conseguente boom anche delle criptovalute. Ecco perché diversi Paesi stanno esplorando la creazione di CBDC, con l’obiettivo di rendere più efficienti e sicuri i pagamenti digitali, diminuire l’uso del contante, combattendo così evasione fiscale ed economia sommersa, e proporre ai consumatori un’alternativa stabile e regolamentata alle criptovalute.
Un esempio concreto: il caso cinese dell’eCNY
Sono oltre 80 i Paesi che stanno valutando le CBDC, tra cui la Banca centrale europea e la Federal Reserve americana. Ma c’è chi si è già portato avanti da qualche anno e sta collaborando con diverse multinazionali per estendere questa tecnologia.
È il caso della Cina, che ha lanciato già nel 2019 l’eCNY, lo yuan digitale, in occasione dei Giochi Olimpici invernali di Pechino. Per utilizzarlo, i consumatori devono creare il proprio portafoglio digitale certificato, che serve per detenere le somme di yuan digitale, inviare e ricevere i pagamenti e trasferire fondi attraverso la blockchain dedicata a garanzia di trasparenza e sicurezza di ogni transazione.
Rischi e opportunità di questa nuova tecnologia
Attraverso il meccanismo delle CBDC, le Banche centrali possono proporre a famiglie, privati e aziende nuovi metodi di investimento e di pagamento o gestione del proprio patrimonio, incentivando così le transazioni digitali anche senza l’obbligo di avere un conto in banca. In sostanza, potrebbero essere una carta fondamentale da giocare per aprire a molte più persone in tutto il mondo l’accesso ai sistemi finanziari internazionali. E lo farebbero in totale sicurezza, perché queste valute virtuali sono equivalenti alle divise nazionali circolanti e quindi garantite dai governi e dalle Banche centrali.
Il potenziale rovescio della medaglia di questo strumento riguarda proprio l’aggancio con la valuta del Paese emittente: se l’inflazione cresce, anche la CBDC agganciata perde lo stesso valore. Inoltre, se un investitore è interessato ad acquistare moneta digitale, probabilmente preferirà puntare sulle criptovalute che possono assicurare maggiori guadagni, anche a fronte di rischi più alti, in quanto le CBDC hanno un valore stabile proprio perché agganciato all’andamento della valuta nazionale. Un’altra barriera all’utilizzo di queste monete digitali potrebbe essere la necessità di avere un portafoglio digitale con i relativi sistemi di sicurezza digitale, soprattutto per gli investitori più anziani e meno propensi all’utilizzo del web.