Il mese di maggio si è aperto e si è chiuso con importanti novità nel panorama monetario: la BCE è pronta a tagliare, mentre la FED dovrebbe temporeggiare ancora. L’economia europea lascia prevedere (piccoli) passi avanti, mentre sulla mappa geopolitica la tensione resta alta. Scalpore negli Stati Uniti per la condanna dell’ex presidente Donald Trump.
Donald Trump dichiarato colpevole nel caso SD
Donald Trump era sotto processo per aver falsificato alcuni documenti durante la sua campagna elettorale del 2016. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, lo aveva fatto per occultare i 130 mila dollari pagati all’attrice di film per adulti Stormy Daniels affinché non rivelasse informazioni che lo riguardavano durante la corsa alle elezioni.
Di per sé, pagare qualcuno per evitare che riveli informazioni sensibili non è reato (non disclosure agreement); il problema, secondo la procura di Manhattan, è che il pagamento che Trump ha fatto al suo avvocato, Michael Cohen, è stato indicato come consulenza legale alla campagna elettorale. Sarebbero quindi stati utilizzati in modo illecito i soldi della campagna elettorale e falsificati i documenti dei relativi pagamenti.
Donald Trump è stato quindi dichiarato colpevole dalla giuria popolare a tutti i 34 capi di accusa a suo carico. La pena prevista è di 4 anni di carcere, ma potrebbe variare e la decisione definitiva sarà presa l’11 luglio, salvo che i legali di Trump decidano di fare ricorso.
Questo è il primo caso in cui un ex Presidente americano viene ritenuto colpevole in un processo penale, nonché il primo candidato presidenziale a candidarsi come pregiudicato – la condanna, infatti, non gli impedisce di essere eletto.
L’ONU dalla parte della Palestina
Non accenna a distendersi la situazione in Palestina. Maggio, in particolare, è stato segnato da una serie di interventi da parte della comunità internazionale nei confronti di Israele. Con ampia maggioranza (143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti, tra i quali l’Italia), l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che riconosce la Palestina come possibile candidato a diventare membro delle Nazioni Unite. Non è una decisione, che spetta al Consiglio di sicurezza, ma è una presa di posizione forte.
Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto l’arresto per il primo ministro israeliano Netanyahu, per il ministro della Difesa Gallant e per i leader di Hamas. La Corte dell'Aja, infine, ha ordinato a Israele di fermare l'offensiva a Rafah.
La morte del presidente iraniano Raisi
Il 20 maggio le autorità iraniane hanno confermato la morte del presidente Ebrahim Raisi, a causa di un incidente in elicottero. L’episodio potrebbe diventare un fattore di destabilizzazione, visto il coinvolgimento di Teheran nel conflitto tra Israele e Hamas e il programma nucleare da sempre osteggiato dall’occidente.
La morte di Raisi potrebbe incidere sulle crisi in corso? Presto per dirlo, ma sicuramente è un elemento da valutare, anche nel medio periodo. Raisi era infatti in corsa per la successione politica di Ali Khamenei. L’incidente spiana la strada a Mojtaba Khamenei, figlio dell’Ayatollah. Una successione in famiglia, vicina ai meccanismi della monarchia, che potrebbe aprire fronti di contestazione interna.
Mentre la FED rimanda i tagli ai tassi, per la BCE sembrano imminenti
Dopo mesi a braccetto, i percorsi di BCE e FED sembrano destinati a disallinearsi. Il primo maggio, la Federal Reserve ha deciso di lasciare i tassi invariati, continuando così la linea della stasi, sui livelli massimi nell’ultimo quarto di secolo (tra il 5,25% e il 5,50%). La FED sembra ormai convinta a rimandare il taglio: se fino a marzo si pensava a una probabile sforbiciata a giugno, adesso l’orizzonte papabile è quello di novembre. La ragione sta nella tenuta dell’economia statunitense: la crescita resta solida, i posti di lavoro aumentano. Mentre, dall’altra parte, l’inflazione resta consistente. In altre parole: non c’è urgenza di tagliare perché la priorità resta raffreddare i prezzi.
L’Eurotower, al contrario, dovrebbe iniziare a ridurre il costo del denaro già a giugno. Il giorno buono dovrebbe essere il 6, data della prossima riunione. Lo aveva già detto più volte la presidente Christine Lagarde. Lo ha confermato al Financial Times il membro del Comitato esecutivo Philip Lane. Dopo aver esaminato il quadro economico e l’inflazione di fondo, i banchieri dovrebbero tagliare “salvo grandi sorprese”.
UE, ritorno alla crescita
L’UE sta crescendo più del previsto. Secondo la stima flash preliminare di Eurostat, nel primo trimestre del 2024 il PIL è cresciuto dello 0,3% sia nell'UE sia nella zona Euro. Siamo ancora nell’ordine dello zero virgola, ma si tratta comunque dei primi passi in avanti dopo una stagnazione iniziata alla fine del 2022.
Le previsioni di primavera della Commissione europea indicano una crescita stimata a fine anno dell’1% nell’Unione e dello 0,8% nella zona Euro. Nel 2025 il PIL dovrebbe accelerare: +1,6% nell'UE e +1,4% nella zona Euro. Si tratta di un’avanzata che ha il principale propulsore nei consumi, liberati dal calo dell’inflazione. Nel 2024 l’indice dei prezzi al consumo dovrebbe segnare un incremento del 2,7%. Ancora oltre la soglia del 2% ma ben al di sotto del 6,4% registrato lo scorso anno.