La Banca Centrale Europea ha lasciato invariati i tassi di interesse nell’ultima riunione di politica monetaria del 25 gennaio. Per la presidente Christine Lagarde, è ancora “prematuro” discutere di tagli. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4% e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Si tratta della terza pausa dopo i dieci rialzi consecutivi da luglio 2022 a settembre 2023.
Cautela dalla BCE
Lagarde ha spiegato che “prima di poter considerare una nuova traiettoria di politica monetaria, vogliamo vedere un ulteriore progresso nel processo di disinflazione in modo da essere sicuri che l’inflazione è avviata in modo stabile verso il target del 2% nel medio periodo”.
Se il taglio dei tassi non è proprio dietro l’angolo, poco ci manca. Per gli analisti, il 2024 è considerato l’anno dell’avvio del taglio, con ricadute a cascata sui mutui. Lagarde già al World Economic forum di Davos aveva frenato i più ottimisti su un taglio dei tassi imminente, aprendo però a un allentamento della stretta in estate. Una riduzione dei tassi che si tradurrebbe in un abbassamento della rata mensile dei mutui, soprattutto per quelli a tasso variabile.
Primi segnali di rallentamento
La cautela della presidente della BCE si contrappone con l’auspicio dei mercati che scommettono sui tagli del 2024. Da settimane, sia l’Euris sia l’Euribor – indici usati come parametro di riferimento utilizzato dalle banche per calcolare rispettivamente il tasso fisso e variabile dei mutui – hanno iniziato già a rallentare rispetto ai record raggiunti in autunno.
L’ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha rilevato che il tasso dei mutui per l’acquisto di una casa a dicembre è stato mediamente del 4,42% contro il 4,50% del mese precedente. Non una variazione sostanziale, ma è il primo segno meno dopo mesi di rialzi. Questa riduzione, secondo gli analisti dell’ABI, è dovuta all’andamento di mercato dei tassi Euris, cioè quelli a tasso fisso, scesi nelle scorse settimane e che rappresentano oltre il 62% delle nuove erogazioni dei mutui.
I nuovi mutui a tasso fisso hanno potuto quindi beneficiare della leggera diminuzione e godere così di condizioni leggermente più vantaggiose rispetto al mese scorso. I mutui a tasso variabile, invece, non hanno visto per il momento cambiamenti in merito alle loro condizioni.
Guardando ai futures, che rivelano le aspettative degli operatori in relazione all’andamento dei tassi, ci si attende una discesa notevole dell’Euribor da settembre del 2024.
Prospettive per il futuro
In ogni caso, sarà la riunione di marzo della BCE, con le nuove proiezioni macroeconomiche, a fornire probabilmente ulteriori indicazioni sul tanto atteso taglio dei tassi in aprile o giugno, che dovrebbero avere delle ricadute notevoli sull’Euribor.
La domanda è quando e di quanto verranno abbassati i tassi, tenendo sempre in considerazione che gli effetti della politica monetaria sull’economia reale si fanno sentire dopo 12-24 mesi.
I mercati sono concentrati sull’idea che l’inflazione nell’area Euro stia per scendere al 2% e che la BCE inizierà a tagliare rapidamente i tassi in risposta. Tuttavia, da Francoforte hanno fatto sapere che i dati sul mercato del lavoro e sulla crescita dei salari saranno un fattore decisivo per le decisioni di politica monetaria. Il timore è quello di abbassare i tassi per poi doverli alzare in un secondo momento; quindi, si attendono ulteriori conferme prima di iniziare il percorso di riduzione del costo del denaro.