Sui mercati azionari si sente spesso parlare di futures. Ecco che cosa sono e perché non servono solo per fare speculazione ma anche per proteggersi.
Cosa sono
I Futures sono contratti derivati, negoziati su mercati regolamentati, nei quali un venditore si impegna a cedere e un compratore ad acquistare un'attività (il cosiddetto sottostante) a un determinato prezzo in una certa data. Vista la partecipazione di entrambe le parti, si tratta di un contratto “simmetrico”.
I sottostanti
Il sottostante, cioè l'attività “impacchettata” nel Future e scambiata in una data futura, può essere di diversi tipi, sia finanziaria che materiale. In base alla tipologia di sottostanti, ci sono quindi futures legati a obbligazioni, azioni o interi indici azionari, ma anche merci (soprattutto materie prime).
Long e short
Long e short sono le due posizioni assunte dalle parti che scambiano il future. La posizione di chi compra è detta “long”, lunga, perché presuppone la convinzione che il sottostante si sarebbe apprezzato tra la firma del contratto e la sua attuazione. Chi vende ha invece una posizione “short”, corta, perché crede che l'attività tenderà a deprezzarsi nel tempo.
I futures in Italia
In Italia i futures sono negoziati sul mercato IDEM. Ne esistono di tre tipi: S&P/Mib Futures (che ha come sottostante l'indice S&P/Mib), Mini S&P/Mib (con lo stesso sottostante ma con il valore di 1 euro per ogni punto indice, contro i 5 euro del “fratello maggiore”) e Single Stock Futures (che è legato ai titoli azionari).
Gli obiettivi dei futures
L'obiettivo dei futures può essere di tre tipi: copertura, arbitraggio e speculazione. Con la copertura, i futures sono utilizzati per ridurre il rischio di una posizione. Si sottoscrivono contratti derivati influenzati dalle stesse variabili dell'investimento principale. L'arbitraggio prevede invece la combinazione di diverse operazioni, il cui risultato è un profitto privo di rischio. I futures sono infine utilizzati per speculare sull'oscillazione dei prezzi nel tempo.