Affitti sempre più cari nelle città italiane

Mercati e investimenti
Ripresa economica post pandemia, professionisti e studenti universitari che tornano nelle città e locatori che preferiscono gli affitti brevi sono le principali cause dell’impennata degli affitti.

Trovare casa in affitto nelle grandi città sta diventando sempre più difficile per studenti e professionisti. Il problema sono i prezzi in costante crescita, che erodono sempre più il potere d’acquisto degli italiani, con stipendi che tendenzialmente non vedono incrementi sostanziali.

Milano, Torino e Catania le città con i costi cresciuti maggiormente a ottobre

L’Ufficio Studi di Idealista, società online che lavora nel settore immobiliare, ha dichiarato che a ottobre il prezzo dei canoni di locazione si è fermato a 11,70 euro al metro quadro al mese. Una flessione del 2,2% rispetto a settembre, ma è un dato che non deve portare a false speranze perché in realtà le grandi città continuano a crescere.

Milano guida i rialzi con una crescita del 4,1% a ottobre, poi troviamo Torino con +4% e Catania con +3,6%. Seguono Genova (1,7%), Firenze (1,4%) e Venezia (1,3%). Pressoché invariate Roma (0,8%) e Napoli (0,2%), mentre le big con il segno negativo sono Bologna (-0,5%) e Palermo (-2,2%).

Milano guida anche la classifica dei prezzi al metro quadro

A ottobre 2022, domina Milano con i suoi 20,80 €/m2 per un affitto, seguita da Venezia con 16,70 €/m2, Bologna, con 16,50 €/m2, e Firenze, con 16 €/m2. Le città che invece costano meno sono Caltanissetta (4,30 €/m2), Chieti (4,70 €/m2) e Vibo Valentia (4,80 €/m2).

Perché gli affitti continuano a crescere

Il mercato degli affitti, notano gli esperti, è influenzato soprattutto dalla ripartenza economica post pandemia e dalla conseguente richiesta di professionisti che devono spostarsi per lavoro. Nelle grandi città, inoltre, c’è il ritorno degli studenti universitari ad aumentare la domanda, a fronte di un’offerta che invece si è impoverita a causa degli affitti brevi. Molti locatori, infatti, preferiscono puntare su questo modello perché più remunerativo rispetto ai classici affitti lunghi, anche al costo di maggiori spese da sostenere ex post a causa di una minore “cura” da parte di chi utilizza l’immobile.

Un problema che non può essere risolto senza il supporto del Governo

“Al nuovo Governo chiediamo di rimettere al centro del dibattito politico il tema della casa, che durante la campagna elettorale è stato dimenticato, e di affrontare con rapidità l'emergenza sfratti” ha detto il Segretario Confederale della UIL Ivana Veronese. “Contemporaneamente, occorre introdurre risorse sufficienti per un piano di medio e lungo periodo in grado di incrementare in modo consistente gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di aumentare sensibilmente le risorse del fondo per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole”.

Anche Confedilizia ha presentato al Governo la propria ricetta per migliorare la situazione: ridurre l’IMU e superare così la tassazione patrimoniale, rilanciare gli affitti commerciali, riqualificare il patrimonio edilizio e sviluppare il turismo attraverso la proprietà diffusa.