Automatismi mentali, dai quali si generano pregiudizi che conducono il più delle volte a scelte sbagliate: i bias cognitivi sono distorsioni mentali che di solito mettiamo in pratica per valutare le situazioni e prendere decisioni, anche su questioni finanziarie.
Il problema è che questi bias, letteralmente pregiudizi, spingono a creare una visione della realtà soggettiva e non veritiera, che tende a dare ragione alle nostre convinzioni ed esperienze, spingendoci così a valutazioni alterate e spesso a scelte sbagliate.
Davanti a una decisione, come una scelta di investimento, abbiamo due possibilità: svolgere un'analisi razionale o utilizzare un approccio più intuitivo e rapido che si baserà sulle esperienze passate e quindi sui nostri bias.
Questa seconda possibilità ovviamente rappresenta una scorciatoia, che usiamo spesso nella vita quotidiana perché ci permette di risparmiare tempo. Ma nelle scelte più complesse, come quelle finanziarie, potrebbe rivelarsi sbagliata, perché non sempre abbiamo il controllo di ciò che accade e non sempre ciò che accadrà risponderà esattamente alle nostre convinzioni.
I bias nelle scelte finanziarie
Ecco alcuni tra i principali bias che spesso vengono messi in pratica nelle scelte finanziarie.
- Bias di conferma: è la tendenza ad accettare più facilmente le informazioni e le notizie che confermano una nostra convinzione. Addirittura, tendiamo ad accettare anche informazioni errate purché vadano a supporto della nostra tesi.
- Bias di disponibilità: si verifica quando un evento vissuto in un momento recente distorce la visione della realtà. Il risultato è che ci convinciamo che l’evento in questione sia molto più probabile di quanto non lo sia realmente. Ad esempio, se un amico ci ha appena raccontato di aver guadagnato molto con le criptovalute, possiamo essere portati a scegliere di fare il medesimo investimento con la convinzione che succederà la stessa cosa anche a noi, senza considerare i rischi presenti.
- Bias della familiarità: porta l’investitore a preferire ciò che conosce o che sente vicino, come i Titoli di Stato nazionali o gli investimenti fatti già da genitori o amici. Questo tipo di preferenze genera una scarsa diversificazione degli investimenti nel portafoglio e quindi una sovraesposizione a specifiche aree geografiche o strumenti finanziari. Infatti, non è detto che le scelte compiute da persone care o che ci danno l’impressione di essere sicure perché le conosciamo rappresentino davvero la soluzione migliore.
- Bias dello status quo: consiste nel preferire la situazione che si sta vivendo evitando ogni tipo di cambiamento. Si preferisce, ad esempio, mantenere così com’è il proprio portafoglio, nonostante siano state fatte delle scelte sbagliate o si sia andati incontro a costi elevati, per una sorta di timore dell’ignoto.
- Bias dell’avversione alle perdite: si verifica quando, pur sapendo che il portafoglio sta subendo perdite, si finisce per continuare a mantenerlo inalterato per paura di incorrere in perdite maggiori facendo dei cambiamenti.
Come gestire al meglio i bias quando si investe
Il primo passo è essere consapevoli dell'esistenza dei bias cognitivi e del loro funzionamento. Successivamente può essere utile farsi affiancare da un consulente nella scelta degli investimenti, in modo da procedere a una valutazione imparziale e lucida per cercare la soluzione di investimento migliore possibile in base alle nostre esigenze, alla propensione al rischio e agli obiettivi prefissati.