Accrescere le conoscenze base sulla gestione e sulla programmazione delle risorse finanziarie personali e familiari, sui temi assicurativi e previdenziali è diventata una priorità. L'educazione finanziaria è sempre importante, ma diventa fondamentale quando si navigano acque agitate.
Cos'è l'educazione finanziaria?
Secondo la definizione dell’OCSE, l’educazione finanziaria «è un processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base e attraverso istruzioni, informazioni, consigli sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate, dove ricevere supporto o aiuto per realizzare tali scelte e per le azioni da intraprendere per migliorare il proprio stato e il livello di protezione».
L’educazione finanziaria in Italia
Secondo il Rapporto Edufin 2022, firmato da Doxa, “le conoscenze finanziarie percepite rimangono molto basse, al di sotto della sufficienza”, “anche tra coloro che hanno redditi e titoli di studio più elevati”.
Alcuni esempi pratici. Il concetto di inflazione è piuttosto familiare: il 71,9% dei decisori economici dichiarano di sapere di cosa si parla. Ma solo un italiano su due conosce temi come diversificazione e relazione rischio rendimento. Appena il 40,6% dichiara di sapere cos'è l'interesse composto e il 45% l'interesse semplice.
Nel complesso, solo il 44,3% dei decisori possiede un'elevata conoscenza finanziaria. Sotto la media – sottolinea il rapporto – sono le donne, i residenti nel Sud e Isole, i soggetti con un basso titolo di studio e gli under 34. Preoccupante è, in particolare, quest'ultimo dato, che segnala le difficoltà dei più giovani. È un problema che si trascina sin dalla scuola.
Secondo l’ultima indagine OCSE Pisa, infatti, la percentuale di studenti italiani in grado di risolvere i compiti più complessi (top performer Livello 5) è meno della metà di quella registrata a livello medio OCSE (4,5% vs 10,5%), mentre circa uno studente su cinque non possiede le competenze minime necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e ben informate.
E gli effetti della disinformazione non hanno solo ripercussioni personali e familiari, rendendo gli individui incapaci di far fronte a eventi inattesi come la riduzione o la privazione del reddito per un certo periodo. La consapevolezza economica diventa indispensabile all’intero Paese per prosperare e innovarsi.
Imprevisti ed educazione finanziaria
L'educazione finanziaria non è solo un tema di cultura personale, ma ha ricadute concrete nella gestione quotidiana di investimenti e risparmi.
Chi non ha conoscenze finanziarie sufficienti tende infatti ad avere maggiori difficoltà ad arrivare a fine mese e a far fronte a spese impreviste, anche di modesta entità. Vive inoltre la propria situazione finanziaria con più ansia.
Chi invece ha una maggiore educazione finanziaria tende ad avere anche una maggiore partecipazione al mondo degli investimenti, una caratteristica particolarmente importante in un momento in cui l'inflazione erode i risparmi fermi sul conto corrente.
“Sono tanti i benefici derivanti da una buona conoscenza finanziaria”, afferma il rapporto: “Dalla minore fragilità alla minore ansia finanziaria, dalla capacità di sapersi districare tra gli investimenti finanziari al minor numero di ore dedicato a risolvere problemi finanziari”.
In mezzo ai tanti dati negativi, spicca (questa volta in positivo) la crescente domanda di educazione finanziaria. Nove intervistati su dieci sono favorevoli a introdurla nelle scuole e otto su dieci pensano che sarebbe utile anche sul posto di lavoro.