Non tutti hanno come sole opzioni di investimento azioni, obbligazioni o fondi comuni, ma esistono altre scelte che possono portare a una buona diversificazione del proprio portafoglio, soprattutto per fasce di reddito alto o investitori istituzionali. Si tratta di diverse tipologie di investimenti alternativi, che possono accontentare tutti i gusti e tutte le necessità ma solo a determinate condizioni. Vediamo di che cosa si tratta.
Investimenti alternativi: cosa sono
Troviamo sotto la categoria degli investimenti alternativi gli hedge fund, il private equity, il venture capital, il real estate e materie prime, ma anche prodotti esclusivi come opere d’arte, francobolli e alcolici di pregio per fare qualche esempio. Insomma, tutti asset che si distinguono dalle modalità più classiche per liquidità, complessità e strategie di gestione. Su quest’ultimo punto in particolare va fatta una precisazione: essendo attività complicate, ad alta volatilità e con alti rischi, è necessaria una gestione attiva che consenta di verificarne costantemente l’andamento, per intervenire con azioni correttive dove serve. Quindi vanno previsti costi non indifferenti da corrispondere ai professionisti che hanno le competenze necessarie nella gestione di strumenti di questo tipo.
Perché valutare un investimento alternativo
Come accennato poco sopra, gli investimenti alternativi sono ottime risorse per diversificare il proprio portafoglio, anche se sono meno regolati rispetto agli asset classici. La bassa correlazione con i mercati tradizionali e con i relativi strumenti porta gli investimenti alternativi ad essere meno influenzabili dai rischi sistemici insiti nei mercati. Ecco perché, avendo anche potenziali rendimenti maggiori degli investimenti standard, quelli alternativi portano indubbi vantaggi in termini di diversificazione. Vanno però maneggiati con cura per integrare le asset class “standard”, soprattutto se non siamo investitori ad alto o altissimo reddito, perché presentano giocoforza dei rischi maggiori. Se un’azione o un’obbligazione sono in una fase di bassa performance, un hedge fund o un private equity possono compensare queste perdite sul lungo periodo.
Un investimento che non è da tutti
Va precisato che la natura stessa di questi asset implica che ci siano pochi scambi e quindi bassi volumi, soprattutto perché non esiste un mercato pubblico che li regola e perché non ci sono tantissime persone nel mondo che alimentano il mercato privato. Per lo meno non quanto accade con azioni e obbligazioni. Quindi chi li acquista deve mettere in conto un certo lasso di tempo per riuscire a venderli, basti pensare agli immobili. Questo basso livello di volumi per la compravendita ha come conseguenza la difficoltà nel procurarsi dati, prospetti, analisi, trend storici e approfondimenti sugli investimenti alternativi.