Qual è la funzione del DEF
Il DEF comprende la documentazione stilata dal Governo con gli obiettivi di politica economica e le strategie per raggiungerli e deve essere presentato ogni anno entro il 10 aprile al Parlamento. Per stendere questo documento programmatico dello Stato italiano, il Governo deve tenere conto di molti scenari futuri come debito pubblico, PIL, deficit, andamento economico italiano ed europeo, inflazione, mercato del lavoro, investimenti, fiducia dei consumatori e molto altro. È quindi un lavoro molto delicato e complesso, che però permette di capire quale direzione il Governo intende prendere per lo sviluppo del Paese. Per tutti questi motivi, gli obiettivi del DEF abbracciano un orizzonte temporale di tre anni.
Un impegno con i cittadini e con l'estero: cos'è il DEF
Questo testo programmatico è stato introdotto in Italia dalla Legge 362 del 1988, per poi essere adeguato alle necessità dell’Unione Europea in termini temporali e di impegni. Va precisato che non si tratta di una legge, quindi non può essere applicato immediatamente e concretamente come avviene per le leggi, ma andrà a influenzare tutte le scelte economiche e finanziarie del Governo negli anni successivi. Ed è l’atto ufficiale che indica la strada e le aspettative sul breve e medio termine anche all’Unione Europea, alla comunità economico-finanziaria internazionale, ai creditori e ai partner commerciali del nostro Paese.
Le tre sezioni del DEF
Il DEF si divide in tre diverse sezioni. La prima presenta il Programma di Stabilità, che precisa quali target bisogna raggiungere nel triennio successivo per abbassare il debito pubblico e assicurare lo sviluppo italiano. Contiene tuto ciò che serve all’Unione Europea per verificare che vengano rispettati i regolamenti e il Codice di condotta sull’attuazione del patto di stabilità e crescita. Qui troviamo le previsioni economiche, dei tassi di crescita del PIL, dei tassi di interesse e i vari scenari sul debito.
La seconda sezione del DEF approfondisce invece il conto economico della Pubblica Amministrazione nell’anno passato, includendo anche gli scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici. Sempre in questa sezione troviamo anche le previsioni sui conti dello Stato.
Nella terza e ultima sezione del DEF infine è incluso lo schema del Programma Nazionale di Riforma, che presenta lo stato delle riforme con indicata l’eventuale differenza tra risultati attesi ed effettivamente raggiunti. Poi troviamo gli squilibri macroeconomici a livello nazionale e le cause che possono avere impatti sulla competitività dello Stato, le priorità per lo sviluppo e le riforme che vanno implementate con i relativi tempi di attuazione. Chiude questa ultima parte ciò che il Governo si aspetta dalle riforme dal punto di vista della crescita, del miglioramento del tasso di occupazione e dell’avanzamento della competitività.