Rispetto al sistema classico, nell’Open Banking l’ecosistema bancario prevede che i dati relativi alle informazioni finanziarie vengano condivisi tra le banche e gli altri player che collaborano con loro. Possiamo considerarlo quindi come un sistema aperto, che mira a dare un servizio sempre più innovativo e di alto profilo ai propri clienti. E sono proprio i clienti “underbanked”, cioè quelli meno soddisfatti dai servizi fintech proposti dalle banche classiche, a guidare questa rivoluzione.
Il ruolo della PSD2 nella nascita dell’Open Banking
La Seconda Direttiva Europea sui Servizi di Pagamento, citata con l’acronimo PSD2, è stata emanata nel 2018 e i suoi effetti si sono iniziati a vedere a partire dal 2020. La PSD1, lanciata nel 2007, era necessaria per creare una migliore competizione tra i player dei pagamenti digitali in Europa e per tutelare i consumatori; possiamo vedere la PSD2 come la naturale evoluzione. La PSD2 ha l’obiettivo di sviluppare processi di pagamento elettronici più efficaci, sicuri e innovativi, ma ha anche avuto l’effetto di portare la maggior parte degli istituti di credito ad aggiornare e sviluppare ulteriormente i propri sistemi digitali interni.
Che cosa sono le API e perché sono importanti per il futuro del sistema bancario digitale
La PSD2 ha imposto a tutte le banche di condividere le proprie API (Application Program Interface) con fornitori esterni: si tratta delle applicazioni sulle quali si basano i sistemi di transazione e di sviluppo di prodotti finanziari, che quindi diventano accessibili a società terze per consentire l’evoluzione delle operazioni online e della digital experience. In sostanza, dopo il consenso informato degli utenti lato GDPR, queste società possono anche visionare i conti correnti dei clienti delle banche e i relativi dati di pagamento. Sempre e soltanto con l’obiettivo di migliorare i sistemi di pagamento e l’offerta ai clienti.
Il giro d’affari dell’Open Banking
L’innovazione di processo portata dalla PSD2 ha quindi spinto le banche a trovare soluzioni, interne o esterne, per non restare indietro nel mondo dei pagamenti digitali, ormai troppo strategico.
Già oggi sono state lanciate diverse partnership tra banche, società fintech, aziende commerciali e intermediari a vario titolo, così da poter sviluppare nuove strategie di espansione dei servizi bancari e finanziari in ottica Open Banking. Stando all’Indagine Fintech nel sistema finanziario italiano della Banca d’Italia, già nel 2022 il giro d’affari dell’Open Banking nel nostro Paese si è attestato intorno ai 100 milioni di euro. Inoltre, un’indagine di Statista afferma che il numero di utenti dell’Open Banking in tutto il mondo crescerà a un tasso medio di quasi il 50% all’anno tra il 2020 e il 2024, con l’Europa a tirare la volata: nel 2020 si contavano 24,7 milioni di utenti coinvolti nei servizi di Open Banking, dei quali 12,2 milioni in Europa, e nel 2024 si vedranno 132,2 milioni a livello globale, con ben 63,8 milioni nel Vecchio Continente.