Cos'è il Libro Bianco dell'Ue sull'Intelligenza Artificiale

Tecnologia e innovazione
L'Ue punta a creare un quadro economico e giuridico per accogliere lo sviluppo della tecnologia e gestire i suoi rischi. Vediamo come.

Intelligenza artificiale: il Libro Bianco dell'Ue

Il Libro Bianco sull'intelligenza artificiale è un documento pubblicato lo scorso febbraio in cui la Commissione europea pone le basi per la tutela dei diritti dei consumatori e la promozione dell'innovazione nel campo dell'AI. Si tratta del primo documento al mondo nel suo genere e pone l'Europa all'avanguardia nella regolamentazione di questo settore, che porta con sé enormi potenzialità ma anche molte insidie.

 

Uno degli obiettivi della Commissione europea è proprio la capacità di sviluppare le opportunità mitigando i possibili effetti collaterali. Per questo, si legge nel Libro Bianco, è a favore di un approccio “basato sulla regolamentazione e sugli investimenti, con il duplice obiettivo di promuovere l'adozione dell'AI e di affrontare i rischi associati a determinati usi di questa nuova tecnologia”. Si tratta di sfide complesse, che richiedono un approccio comunitario, “al fine di raggiungere una scala sufficiente ed evitare la frammentazione del mercato unico”.

Due ecosistemi per essere leader

Il Libro Bianco punta a rendere l'Europa “il leader mondiale dell'innovazione nella data economy e nelle sue applicazioni”. Un progetto che ha due pilastri: un “ecosistema di eccellenza” e un “ecosistema di fiducia”. Il primo fa riferimento agli sforzi da mettere in campo per supportare l'intelligenza artificiale a livello regionale, nazionale ed europeo. Attraverso “la collaborazione di pubblico e privato”, si punta a “mobilitare le risorse” e sostenere “l'intera catena del valore”, che poggia su “ricerca e l'innovazione” e “incentivi adeguati ad accelerare l'adozione di soluzioni basate sull'intelligenza artificiale, anche da parte delle piccole e medie imprese”.

 

Non è solo un elenco di principi. La Commissione Ue ritiene necessario aumentare gli investimenti. Nel 2016, l'Europa ha investito nell'intelligenza artificiale solo 3,2 miliardi di euro. Metà di quanto ha messo a disposizione l'Asia e un quarto rispetto alle risorse degli Stati Uniti. Tra le misure previste c'è lo stanziamento di nuovi fondi, l'istituzione di un'associazione su intelligenza artificiale, robotica e dati, la creazione di centri di eccellenza sostenuti da investimenti europei, nazionali e privati, la garanzia che almeno un centro di innovazione digitale per ogni Stato membro abbia un elevato grado di specializzazione in AI.

 

“L'ecosistema fiduciario” punta invece a fare evolvere il quadro legale, per far fronte ai possibili rischi generati dall'intelligenza artificiale. Il Libro Bianco sottolinea che l'ecosistema “deve offrire sicurezza ai cittadini che adottino le applicazioni e garanzie giuridiche alle aziende e alle organizzazioni che le sviluppano”. La tecnologia dovrà quindi progredire tenendo presente le normative sulla privacy e la protezione dei dati personali già in vigore.

Quando l'intelligenza artificiale è un rischio

Il Libro Bianco indica che l'intelligenza artificiale dovrebbe essere classificata come ad alto rischio quando si sommano due criteri: “È utilizzata in un settore in cui, a causa delle caratteristiche o delle attività normalmente svolte, è prevedibile che vi siano rischi significativi”; “l'applicazione viene utilizzata in modo tale che possano sorgere rischi significativi”. Si tratta quindi di stabilire un quadro giuridico che consenta di difendere i diritti dei consumatori e i diritti fondamentali come la privacy, oltre che la sicurezza personale.

 

Nei settori a basso rischio, il Libro Bianco propone un “sistema di etichettatura volontaria” che dovrebbe consentire “di dimostrare che i prodotti e i servizi forniti sono affidabili”. Molti di questi vincoli si intrecciano nell'uso del riconoscimento facciale negli spazi pubblici, attualmente vietato. Il Libro Bianco propone l'avvio di un dibattito sul tema.