La terra è uno dei materiali da costruzione più antichi e sostenibili e grazie alla spinta dell’ingegneria robotica sta vivendo una rinascita. Vediamo perché questa soluzione è potenzialmente a impatto zero.
A qualcuno potrà sembrare “preistorico” abitare in una casa fatta di terra, ma in realtà si tratta di un antico materiale per le costruzioni che sta vivendo una rinascita come alternativa sostenibile ed economica a cemento e legno.
Il settore delle costruzioni è alla continua ricerca di nuove tecnologie e materiali sostenibili per espandere in modo responsabile il paesaggio urbano, che dovrà accogliere entro il 2050 i 6 miliardi di abitanti delle città.
L’innovazione per limitare il calcestruzzo
Negli ultimi anni, i legnami hanno visto crescere la propria popolarità grazie a tecnologie ingegneristiche innovative, come ad esempio il legno lamellare a strati incrociati (CLT). Ma anche quando il legno viene utilizzato per costruire un edificio, non può essere l’unico materiale: spesso i solai tra un piano e un altro, che costituiscono i due terzi della massa strutturale di un edificio, tendono ad affidarsi al calcestruzzo per aumentare la massa termica, ridurre i costi e ottenere maggiore sicurezza antincendio e isolamento acustico.
Ma il calcestruzzo è un materiale poco sostenibile, che vale l’8% delle emissioni di CO2 a livello globale, essendo il materiale per costruzioni più sfruttato del mondo. E per proporre una soluzione, la startup svizzera Rematter combina materiali non proprioinnovativi, come la terra, con la robotica high-tech. Il risultato sono lastre per pavimenti composte da travi di legno con riempimenti di terra autoportanti, che permettono di creare solai ibridi durevoli, fonoisolanti e resistenti al fuoco come il cemento, ma al tempo stesso competitivi economicamente e altamente sostenibili.
“Per sostituire il cemento armato su larga scala, dobbiamo eguagliare o battere il prezzo al metro quadro. Altrimenti, la soluzione rimarrà di nicchia, offrendo benefici limitati sia alle persone che al pianeta”, spiega Götz Hilber, cofondatore di Rematter.
Fino a poco tempo fa, le strutture di terra erano costose perché dovevano essere costruite manualmente. Ma Rematter combina la progettazione intelligente del prodotto con la robotica per prefabbricare i suoi solai in legno di terra in un ambiente controllato. Inoltre, si rifornisce di materiali a livello locale, riducendo i costi di trasporto e l'impatto ambientale.
Verso immobili a impatto zero
L'obiettivo di Rematter è quello di contribuire a rendere sostenibile l'industria delle costruzioni, combinando materiali naturali con ingegneria smart e robotica, alimentando l'intero processo produttivo con energia rinnovabile.
Ciò implica anche affrontare il problema del carbonio incarnato, ovvero le emissioni che si verificano durante l'intero ciclo di vita di un edificio, compresi i materiali, le attività di costruzione e lo smaltimento.
“Dobbiamo passare dalla riduzione dell'impronta negativa all'aumento dell'impronta positiva”, ragiona Hilber. “Se si diminuisce qualcosa di negativo, si è solo meno negativi e questo è un messaggio frustrante per l'umanità. Non vogliamo essere neutrali, la nostra missione è essere positivi per il clima e le risorse”.
Le lastre di Rematter producono l'80% in meno di carbonio incarnato rispetto a quelle in calcestruzzo e mirano a diventare positive per il clima. Secondo Hilber, un edificio destinato agli uffici di 10.000 mq con solai ibridi, alimentati da energie rinnovabili, sarà net zero in quarant'anni. E poi il suo impatto diventerà addirittura positivo.
“Con il nostro progetto non consumiamo le risorse, ma le prendiamo in prestito dalla natura. Per esempio, la terra può essere riutilizzata all'infinito o restituita alla natura”, conclude Hilber.