Anche quest’anno il 27 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Turismo, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sull’impatto apportato dall’uomo attraverso il settore e per farlo crescere in modo più inclusivo e sostenibile.
La pandemia COVID-19 ha posto sfide complesse per il turismo, ma ha anche aperto nuove prospettive nel suo rapporto con lo sviluppo sostenibile. Ma se l’attenzione rimarrà sulla crescita della domanda e dell’offerta turistica concepite in un’ottica lineare, non ci sarà nessun contributo alla sostenibilità globale. Ecco perché l’Agenda 2030 offre il quadro di riferimento sistemico per il salto di paradigma.
I numeri in Italia
Negli ultimi anni il turismo sostenibile è cresciuto nel nostro Paese, con un’offerta sempre più ampia di servizi green ed eco friendly. Le strutture ecologiche a basso impatto ambientale e i tour che valorizzano i prodotti di agricoltura biologica dei territori sono sempre più diffusi. Così come le spiagge plastic free o le offerte di trekking che promuovono l’idea di un turismo lento a basso impatto.
Il turismo sostenibile sta diventando sempre più importante per i viaggiatori, che iniziano ad acquisire sensibilità sulle tematiche ambientali; per questo, le scelte di viaggio di quest’ultimi sono spesso influenzate da motivazioni legate alla sostenibilità, sia a livello di mezzo di trasporto, sia a livello di meta.
La direzione da prendere
Come spiegato nel rapporto “Turismo e sviluppo sostenibile” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, accanto alle ricadute positive sull’economia e sulla società, il turismo presenta anche dei rischi. I posti di lavoro creati sono spesso stagionali e sottopagati, le ricadute sulla comunità ospitante non sempre sono positive e se la domanda turistica dipende fortemente da un ambiente naturale sano, la sua impronta ambientale è spesso preoccupante. Basti pensare che nel 2016 si sono effettuati circa 20 miliardi di viaggi turistici, pari a 1.597 milioni di tonnellate di CO2 in emissioni.
L’Agenda 2030 svolge un ruolo cruciale nell’orientare in chiave di sostenibilità le politiche per questo settore. Il 2017 è stato ufficialmente dichiarato dalle Nazioni Unite l’Anno internazionale del Turismo Sostenibile per lo sviluppo. Eppure, nonostante l’interesse e l’attenzione ricevuta, molti studi dimostrano che il turismo resta in realtà poco sostenibile su scala globale.
Dopo lo stop obbligato dovuto alla pandemia, la necessità di una evoluzione del settore in chiave di sostenibilità ha avuto una accelerazione. Il 25 marzo 2021 il Parlamento europeo ha promosso la Strategia UE per il turismo sostenibile, con una serie di linee guida per favorire gli investimenti dei Paesi membri e dell’Unione Europea nella sostenibilità turistica, con un focus sulla digitalizzazione e la riduzione dell’impatto climatico.
Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano va in questa direzione, investendo complessivamente 2,4 miliardi di euro nel settore. Gli investimenti hanno l’obiettivo sia di innalzare la capacità competitiva delle imprese sia di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi.
Nella stessa direzione vanno le conclusioni dei Ministri del Turismo, riuniti il 4 maggio 2021 sotto la Presidenza italiana del G20, che hanno riconosciuto nella crisi pandemica un’opportunità di trasformazione del turismo in chiave più resiliente, sostenibile e inclusiva, con l’approvazione delle Linee Guida G20 di Roma.