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Cambiamento climatico e mercati emergenti dopo il COVID-19

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Quali sono i rischi e le opportunità? Il Professor Hepburn e il suo team della Oxford Smith School presentano le loro analisi in questa relazione esclusiva.

Premessa

Entro la fine del secolo, il mondo perderà quasi la metà della sua produzione economica potenziale . Questo è quanto ci aspetta se non riusciremo a compiere ulteriori progressi sul cambiamento climatico.

Ma questa è solo una media. I mercati emergenti rischiano di andare ancora peggio, data la loro particolare vulnerabilità all'innalzamento del livello dei mari, alla siccità e al crollo della produzione agricola.

È uno scenario deprimente. Ma ci sono anche motivi di speranza.

Il consenso scientifico sul cambiamento climatico è ormai ampiamente condiviso e i governi, le singole persone e le aziende hanno iniziato ad agire. Grazie a una riflessione approfondita e a una pianificazione attenta è possibile fare molto di più. Soprattutto nel mondo emergente.

Ovunque, l'ingegno umano, i progressi tecnologici e la consapevolezza derivanti dall'esperienza e dall'istruzione sono tutte forze positive che guideranno l'impegno per contenere il cambiamento climatico e aiutarci ad adattarci ai suoi effetti.

Questo documento redatto dal Professor Cameron Hepburn e dal suo team presso la University of Oxford Smith School of Enterprise and the Environment offre un'analisi ampia e approfondita dei rischi e delle opportunità che le economie emergenti, e il mondo più in generale, devono affrontare in relazione al cambiamento climatico. Le loro conoscenze si basano sulle più recenti tecniche di modellazione economica e climatica.

È una ricerca che noi di Pictet Asset Management siamo orgogliosi di aver sponsorizzato. Le dinamiche descritte in questa relazione avranno un ruolo fondamentale per gli investitori nei prossimi decenni. Il ritmo con cui i governi agiranno determinerà il modo migliore di allocare il capitale, a livello regionale o tra le classi di attivi.

La nostra responsabilità in qualità di gestori dei patrimoni dei nostri clienti consiste nel comprendere le forze che plasmano il mondo, non solo nel prossimo trimestre o in quello successivo, ma a volte anche nel corso della vita; in effetti, questo è lo spirito del nostro pionieristico approccio tematico. Si tratta, inoltre, di un approccio basato sul nostro impegno a investire nei mercati emergenti, che, nonostante le fluttuazioni di breve termine, presentano il maggiore potenziale di crescita economica nel lungo termine. Pensate solo agli enormi progressi compiuti da questi Paesi negli ultimi decenni.

Queste sono le basi su cui Pictet è cresciuta negli ultimi due secoli. Ma grazie al talento dei nostri analisti, economisti e gestori, sappiamo che c'è sempre molto da imparare. Per quasi un millennio, la comunità accademica di Oxford ha creato un bagaglio di conoscenze che ha influito profondamente sul corso dell'umanità. La nostra stessa storia dimostra il successo della scelta di assumere una prospettiva di lungo termine. 

Ecco perché abbiamo dato vita a questa collaborazione con la Oxford Smith School. Grazie alla loro vasta esperienza in materia di economia ambientale ed economie emergenti...

...Il Professor Hepburn e il suo team hanno elaborato informazioni introvabili altrove.

E, cosa straordinaria, lo hanno fatto attraverso la lente di uno degli eventi globali più traumatici nella memoria moderna.

Ad aggravare la sfida di come affrontare il pericolo a lungo termine rappresentato dal cambiamento climatico è intervenuta una crisi più immediata: la pandemia di COVID-19, che ha sconvolto le comunità di tutto il mondo. Come sottolinea questo documento, gli ingenti pacchetti fiscali e monetari che i governi continuano a mettere in campo per sostenere le loro economie nel breve termine possono contribuire in modo considerevole anche a limitare il riscaldamento globale nei prossimi decenni, se le risorse verranno investite in modo intelligente.

Fortunatamente, il peggiore dei casi, ossia non riuscire a fare null'altro per prevenire il riscaldamento globale rispetto a quanto già fatto, è improbabile. I governi, le aziende e i singoli individui hanno riconosciuto la necessità di agire e hanno messo in atto delle misure concrete.

Il problema è piuttosto: quanto stiamo facendo? Non possiamo dare per scontato che tutto l'impegno proverrà dal mondo sviluppato. I Paesi emergenti rischiano di pagare un prezzo sproporzionato per gli effetti del riscaldamento globale. E riteniamo che siano all'altezza della sfida, anche perché l'adozione di misure contro il cambiamento climatico è un investimento che spesso porta notevoli benefici, non solo nel lungo termine.

In alcune aree, le economie emergenti sono ben posizionate per assumere persino un ruolo di guida. La Cina fa già la parte del leone nella produzione di celle fotovoltaiche, è in prima linea nella ricerca e sviluppo ed è uno dei Paesi a maggior tasso tecnologico. Le energie rinnovabili combinate con sistemi energetici decentralizzati potrebbero aiutare altre economie emergenti a smarcarsi dalla necessità di massicci investimenti in grandi reti. E man mano che le energie rinnovabili diventeranno più convenienti, molti di questi Paesi potrebbero finire col disporre di energia più economica rispetto alle controparti dei Paesi sviluppati.

Alcune delle misure che i governi stanno adottando, come il reindirizzamento dei sussidi per i combustibili fossili verso le fonti di energia rinnovabili, saranno inizialmente impopolari perché in contrasto con alcuni interessi di settore. Ma il vantaggio economico è evidente. Man mano che il costo dell'energia generata dalle energie rinnovabili diminuirà, i combustibili fossili diventeranno sempre meno interessanti e grandi infrastrutture dedicate alla produzione e all'uso di combustibili fossili verranno dismesse.

In ultima analisi, il lavoro svolto dal Professor Hepburn e dal suo team ci lascia ben sperare. Le sfide poste dal cambiamento climatico sono enormi, ma non insormontabili. E, in tutto questo, il mondo emergente ha sia un ruolo attivo da svolgere sia ricompense da raccogliere.

Salvo diversa indicazione, tutti i dati contenuti in questa pagina provengono dalla relazione Climate Change and Emerging Markets after COVID-19, redatta a ottobre 2020.