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Barometro: Le condizioni favoriscono i titoli svizzeri e finanziari

Multi-asset
Con i tassi di interesse destinati a calare ancora e l'eventualità di un soft landing dell'economia globale, le prospettive per i titoli svizzeri e finanziari appaiono interessanti.

Asset allocation: cautela dopo la sferzata del mercato

Un mese caratterizzato da un'elevata volatilità sui mercati azionari globali, con un calo del 9%, seguito da un rimbalzo che ha permesso alle azioni di chiudere a un livello leggermente superiore rispetto al livello di partenza, ma ciò ci lascia intrappolati tra cautela e ottimismo. Visti i pochi cambiamenti dal punto di vista dei fondamentali nel corso del mese, manteniamo la nostra posizione neutrale sulle azioni.

La nostra prudenza riflette la recente volatilità del mercato e i segnali di rallentamento economico, per non parlare dell'incertezza sulle prossime elezioni statunitensi e degli effetti ritardati della stretta monetaria. Dall'altro lato, l'imminente inizio di un ciclo di tagli dei tassi di interesse statunitensi e la nostra aspettativa di un atterraggio morbido dell'economia globale sono tutti fattori positivi.

Allo stesso tempo, manteniamo una posizione neutrale su obbligazioni e azioni. Le obbligazioni hanno registrato un forte rally durante l'estate in previsione di un significativo allentamento da parte delle banche centrali e non sembra esserci un valore significativo in questa asset class considerando il livello attuale dei rendimenti.

Gli sviluppi della politica monetaria e fiscale sono in cima all'ordine del giorno. Le banche centrali sono pronte ad allentare la pressione in modo significativo, mentre l'esito incerto delle elezioni statunitensi determinerà in parte le prospettive per l'enorme deficit del Paese.

Fig. 1. Asset allocation mensile

Settembre 2024

Fonte: Pictet Asset Management

I nostri indicatori del ciclo economico confermano di avere cautela, con le nostre previsioni di crescita globale riviste al ribasso a causa di un peggioramento delle prospettive per la Cina. I dati cinesi di quest'estate sono stati deludenti, anche se l'economia dovrebbe continuare a essere sostenuta da una ripresa dei consumi, in particolare nel settore dei servizi. Ma lo stato disastroso del mercato immobiliare continua a gettare un'ombra sulle prospettive di crescita del Paese.

Negli Stati Uniti, il mercato del lavoro sta entrando in una fase meno favorevole, ed è improbabile che un ulteriore indebolimento non vada a detrimento della crescita. Prevediamo che nei prossimi quattro trimestri l'economia statunitense crescerà al di sotto del suo potenziale, trainata da un rallentamento dei consumi e da una continua debolezza degli investimenti residenziali. Anche se le probabilità di una recessione sono marginalmente più elevate, le imprese e le famiglie non sono eccessivamente indebitate. Questo, insieme ai benefici derivanti dai futuri tagli dei tassi di interesse, dovrebbe mantenere la flessione a un livello basso.

Allo stesso tempo, prevediamo che l'inflazione si attesti al livello dell'obiettivo fissato della Federal Reserve statunitense del 2% entro la fine del prossimo anno, sebbene il percorso sarà accidentato. Sia l'atteso incremento dei prestiti del settore privato che la solidità sottostante dell'economia ci suggeriscono che le aspettative del mercato relative ai tagli dei tassi di interesse di otto quarti di punto da qui alla prossima estate sono eccessivamente aggressive (si veda la Fig. 2).

Per quanto riguarda l'eurozona, quest'ultima ha di recente registrato una crescita vicina al suo potenziale, sebbene questo sia in gran parte dovuto alle esportazioni nette piuttosto che alla forza delle singole economie nazionali. Nel frattempo, l'aumento dei prezzi dei beni fa sì che il momentum inflazionistico sia ben al di sopra dell'obiettivo della Banca Centrale Europea, anche se ciò dovrebbe attenuarsi nei prossimi mesi.

Fig. 2 - Importo cumulativo dei tagli dei tassi di interesse previsti per giugno 2025, punti base

Fonte: Bloomberg, Pictet Asset Management. Dati relativi al periodo 02.10.2023 - 30.08.2024.

I nostri indicatori di liquidità sono marginalmente inclinati verso condizioni monetarie più accomodanti a livello globale. Un 33% netto delle principali banche centrali dei mercati sviluppati ed emergenti sta allentando la propria politica monetaria, rispetto al 26% del mese scorso.

Vedremo un'iniezione di liquidità a breve, in quanto le banche centrali, non ultima la Fed, stanno terminando i loro programmi di quantitative tightening, un naturale complemento ai tagli dei tassi di interesse. Senza ulteriori stimoli fiscali significativi, le banche centrali cercheranno di stimolare la crescita del credito privato per sostenere l'espansione economica e prevediamo che l'incremento del credito amplifichi gli effetti dell'allentamento delle politiche monetarie.

I nostri indicatori di valutazione mostrano che le azioni rimangono molto costose, sebbene marginalmente inferiori rispetto a un mese fa, grazie a un premio per il rischio azionario più elevato. Riteniamo che le aspettative sugli utili siano troppo rialziste e prezzano una crescita economica costante piuttosto che un rallentamento e un indebolimento del potere di determinazione dei prezzi, che noi prevediamo. Anche le obbligazioni appaiono più costose dopo una serie aggressiva di tagli ufficiali dei tassi di interesse. Ad esempio, il rendimento dei Treasury USA a 10 anni è ora di 30 punti base inferiore alla nostra stima del suo fair value. La liquidità, invece, pare offrire un buon valore.

I nostri indicatori tecnici mostrano che il sentiment nei confronti delle azioni statunitensi è a livelli elevati, con gli investitori retail fortemente rialzisti. Il posizionamento sui futures relativi allo S&P 500 è sceso dai livelli massimi, ma rimane comunque elevato. Allo stesso tempo, gli speculatori hanno aumentato le loro posizioni short sui futures obbligazionari. Dopo l'impennata della volatilità del mercato azionario statunitense all'inizio del mese, questa è scesa al ritmo più veloce di sempre, tornando al suo trend di lungo termine.

Regioni e settori azionari: i titoli fnanziari hanno ancora forza per correre

Le azioni hanno vissuto un'estate sulle montagne russe a causa delle view estremamente mutevoli sull'economia globale e sugli utili societari, nonché sul probabile percorso dei tassi d'interesse.

È probabile che anche nei prossimi mesi si navigherà in acque mosse, non da ultimo per via del fatto che gli investitori dovranno affrontare l'inizio di un ciclo di tagli dei tassi di interesse da parte della Fed e le elezioni statunitensi di novembre. Entrambi i fattori potrebbero causare una forte divergenza nella performance dei singoli settori azionari.

I titoli del settore finanziario hanno ancora forza per performare. Nonostante il calo dei rendimenti obbligazionari, il settore dovrebbe beneficiare di una curva dei rendimenti più ripida, una dinamica che significa che il reddito netto da interessi per le banche rimane sostenuto. Gli utili dovrebbero essere sostenuti anche grazie alla forte crescita dei prestiti, man mano che le banche centrali allentano la propria politica monetaria in un contesto macroeconomico favorevole. Poi c'è la possibilità che le elezioni statunitensi favoriscano la deregolamentazione del settore bancario. Anche i fondamentali sono favorevoli, con valutazioni ancora convenienti e una dinamica degli utili molto forte (si veda la Fig. 3). Secondo Lipper Alpha Insight, i titoli finanziari hanno registrato l'aumento percentuale degli utili più elevato del secondo trimestre tra i settori dell'S&P 500. Se a ciò si aggiungono i solidi dividendi e i riacquisti di azioni proprie, riteniamo che vi siano abbastanza motivazioni a favore dell'upgrade dei titoli finanziari a sovrappeso.

Fig. 3 - Premio sugli utili

Momentum degli utili delle banche rispetto alle azioni globali, stime EPS forward a 12 mesi rielaborate a 100

Fonte: Refinitiv DataStream, Pictet Asset Management; dati relativi al periodo 28.08.2020-27.08.2024.

Osserviamo con interesse anche le società attive nei servizi di comunicazione, sostenute dall'esposizione a tendenze secolari, come i progressi nell'intelligenza artificiale. In effetti, uno dei messaggi provenienti dall'ultima stagione degli utili è stato che le spese tech in conto capitale stanno continuando, con le aziende che considerano i sotto-investimenti un rischio maggiore rispetto ai sovra-investimenti. I riacquisti di azioni proprie superiori alla media (con un rendimento netto del riacquisto superiore al 3% per la specifica industria, rispetto al mercato che si attesta al di sotto del 2%) forniscono un ulteriore slancio al settore.

Tuttavia, manteniamo alcune posizioni difensive per proteggerci da una possibile volatilità del mercato, dai rischi relativi alla crescita economica e dall'incertezza sulla futura politica statunitense in vista delle elezioni.

Per noi, ciò include sovrappesare le utilities, un settore che offre caratteristiche difensive e utili stabili a valutazioni interessanti. Queste qualità risulteranno evidenti in caso di rallentamento della crescita economica determinato dai consumi.

Tra le regioni, il nostro sovrappeso in Svizzera, che ospita un numero insolitamente elevato di aziende di qualità con utili stabili, offre un'ulteriore protezione contro l'eventualità di un indebolimento delle condizioni economiche. Inoltre, le aziende svizzere si scambiano a valutazioni interessanti considerando la loro redditività superiore.

Continuiamo a vedere un potenziale anche nei titoli giapponesi. Il mercato mostra il più forte slancio degli utili tra le regioni del nostro modello, oltre a essere una delle poche economie in cui prevediamo un'accelerazione significativa della crescita nel 2025.

Il percorso potrebbe non essere agevole: Le azioni giapponesi sono state particolarmente volatili nelle ultime settimane, con un calo del 12% in un giorno seguito da una ripresa completa nei due giorni successivi. Ma rimangono sostenute dalle riforme di corporate governance, con azioni tangibili verso l'aumento dei dividendi per gli azionisti.

Manteniamo una posizione neutrale sulle azioni statunitensi. L'aspetto positivo è che i recenti guadagni dell'indice S&P 500 hanno interessato una base sempre più ampia, piuttosto che essere guidati da una manciata di titoli a grande capitalizzazione. Tuttavia, i fondamentali sono meno favorevoli. Prevediamo che la crescita economica statunitense rallenterà dal 2,4% di quest'anno all'1,5% nel 2025 e riteniamo anche che esista la possibilità di una deludente progressione degli utili a medio termine. Il nostro modello top-down prevede una crescita degli utili di appena il 5,2% nel 2025 nel più grande mercato azionario mondiale, un terzo del ritmo attualmente previsto dagli analisti bottom-up secondo I/B/E/S.

Reddito fisso e valute: ridimensionamento dei Treasury e fedeli all'oro

La recente serie di dati economici deboli statunitensi ha alimentato le aspettative di un ciclo di allentamento monetario più aggressivo da parte della Fed.

I mercati obbligazionari mostrano che gli investitori scommettono ora su tassi d'interesse statunitensi in calo fino a 200 punti base entro la metà del prossimo anno.

Tuttavia, questo scenario è in contrasto con la nostra opinione secondo cui l'economia statunitense subirà un atterraggio morbido e che le pressioni sui prezzi rimarranno elevate per qualche tempo prima che l'inflazione raggiunga l'obiettivo del 2% fissato dalla Fed entro la fine del 2025.

Pertanto, non riteniamo plausibile che la Fed tagli i tassi di interesse più di quanto abbia già segnalato. Continuiamo a prevedere che la banca centrale inizierà il suo ciclo di allentamento a settembre con un taglio di 25 punti base, per un totale di cinque tagli entro giugno del prossimo anno.

In questo scenario, declassiamo i Treasury statunitensi a neutrali. Il rendimento di riferimento a 10 anni è di circa 30 punti base al di sotto della nostra stima del fair value di fine anno del 4%. Come indica la fig. 4, i rendimenti obbligazionari, rispetto alla crescita del PIL nominale non sono più così interessanti, essendo scesi nuovamente, dopo aver toccato livelli superiori allo zero per la prima volta in oltre 10 anni.

Detto questo, i Treasury bond protetti dall'inflazione (TIPS) rimangono una buona riserva di valore e le loro valutazioni appaiono più interessanti, soprattutto alla luce dei persistenti rischi di inflazione nel medio termine.

Fig. 4 Erosione del valore per i titoli di Stato

Rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni e crescita del PIL nominale

Fonte: Pictet Asset Management, CEIC, Refinitiv, dati relativi al periodo 01.01.2010 - 29.08.2024.

Rimaniamo neutrali anche sul credito. Sebbene i rendimenti siano ancora interessanti, vediamo un margine limitato per la contrazione degli spread dato il rallentamento della crescita economica.

Manteniamo una posizione di sottopeso nei titoli di Stato svizzeri, che rimangono una delle classi di attività a reddito fisso più costose del nostro modello e che offrono un basso rendimento di appena lo 0,5%.

La nostra convinzione per l'oro è rimasta invariata. Il metallo prezioso potrebbe aver raggiunto un massimo storico, ma non crediamo che le condizioni muteranno in modo tale da offuscarne la lucentezza.

L'imminente inizio di un ciclo di allentamento da parte della Fed riduce il costo in termini di opportunità di detenere un asset come l'oro. Vediamo già i primi segni di una ripresa della domanda da parte degli investitori.

Secondo Bloomberg, le partecipazioni in oro dei fondi negoziati in borsa si sono ridotte a poco più di 80 milioni di once, dopo essere scese dai livelli massimi di oltre 110 milioni raggiunti a metà 2020.

Sebbene la nostra analisi delle valutazioni suggerisca che l'oro non è a buon mercato, negli ultimi anni la domanda è stata forte da parte di acquirenti poco sensibili ai prezzi, come le banche centrali dei mercati emergenti.

Inoltre, l'oro continua a offrire una copertura efficace contro l'aumento delle tensioni geopolitiche, l'incertezza sulle elezioni presidenziali statunitensi e le rinnovate preoccupazioni per il debito e il deficit fiscale statunitense.

L'oro rappresenta un investimento core in un portafoglio diversificato, piuttosto che una mossa tattica. Mentre stiamo entrando in una fase di debolezza stagionale, preferiamo sfruttare qualsiasi punto debole per accrescere la nostra allocazione strategica.

Per quanto riguarda le valute, abbiamo promosso il franco svizzero a neutrale. Con l'inizio dell'allentamento della politica monetaria da parte delle principali banche centrali mondiali, che ridurrà il divario tra i tassi d'interesse globali e quelli svizzeri, la valuta dovrebbe iniziare ad attrarre gli afflussi derivanti dalla liquidazione dei carry trade.

Rimaniamo neutrali sullo yen. Sebbene la valuta giapponese possa beneficiare dei graduali rialzi dei tassi di interesse da parte della Bank of Japan (BOJ) nel lungo termine, le posizioni cominciano a essere buy da troppo tempo (gli investitori globali sono long sulla valuta per la prima volta dal 2021).

Inoltre, nel breve termine, riteniamo che la BOJ adotterà una posizione cauta a seguito della recente volatilità e della forza dello yen, dato che il dollaro, scambiato al di sotto della metà di 140 yen, inizierebbe a danneggiare la redditività delle aziende giapponesi e ad aumentare l'inflazione importata.

Panoramica dei mercati globali: ripresa delle azioni, l'oro vola

Le azioni globali hanno sovraperformato le obbligazioni in agosto, chiudendo il mese in rialzo di quasi il 2% dopo aver recuperato da un sell-off generalizzato all'inizio del mese.

I timori di una possibile recessione statunitense, uniti a un aumento dei tassi d'interesse da parte della Banca del Giappone, hanno portato a un'ondata di vendite di asset rischiosi e alla liquidazione delle posizioni short in yen.

Le azioni statunitensi sono salite del 2,4%, sostenute verso la fine del mese dalle crescenti aspettative che la Fed inizi presto il suo ciclo di allentamento della politica monetaria.

L'umore rialzista è stato evidente nel mercato dei fondi negoziati in borsa, con gli ETF che seguono il debito pubblico, il credito societario e le azioni che sono saliti in tandem per quattro mesi consecutivi. Si tratta del periodo più lungo di afflussi coordinati dal 2007.

I titoli giapponesi hanno registrato la peggiore performance, con una perdita del 2,7% in valuta locale, non riuscendo a trovare il loro equilibrio dopo aver subito la peggiore perdita in un solo giorno dal crollo del Black Monday del 1987.

I titoli dell'eurozona e del Regno Unito hanno registrato guadagni moderati di circa l'1% in valuta locale, sostenuti anche dalle aspettative di un allentamento della politica monetaria. Per quanto riguarda i settori, l'immobiliare, l'assistenza sanitaria e i beni di prima necessità sono stati i migliori a livello globale, con un aumento di oltre il 4% ciascuno, mentre le aziende del settore energetico hanno perso più dell'1%.

Fig. 5 - Prezzo dell'oro, USD/oz

Dati relativi al periodo 28.08.2019-27.08-2024. Fonte: Refinitiv DataStream, Pictet Asset Management.

L'oro ha chiuso il mese in rialzo di oltre il 3%, raggiungendo un massimo storico nel corso del mese (si veda la Fig. 5).

Nel mercato obbligazionario sovrano, i Treasury USA sono saliti dell'1,4% mentre i policymaker della Fed hanno confermato la necessità di tagli dei tassi di interesse per scongiurare una recessione.

Anche i titoli di Stato giapponesi hanno registrato forti flussi in entrata, chiudendo il mese in rialzo dell'1,5%, poiché la BOJ ha dichiarato non volver aumentare i tassi di interesse in presenza di mercati instabili. Il debito in valuta locale dei mercati emergenti ha registrato un rally con l'indebolimento del dollaro.

La prospettiva di un costo del debito inferiore e di una crescita economica moderata ha dato impulso al credito societario, con l'aumento delle obbligazioni investment grade e del debito high yield su entrambe le sponde dell'Atlantico.

Per quanto riguarda le valute, il dollaro ha perso più del 2% rispetto alle principali valute, con perdite particolarmente pronunciate contro il dollaro australiano e il franco svizzero. L'euro, lo yen e la sterlina sono saliti di circa il 2%.

In breve - Barometro settembre 2024

  • Asset allocation

    Manteniamo una posizione neutrale su azioni, obbligazioni e liquidità, in quanto la cautela nei confronti dei picchi di volatilità del mercato è compensata dalle aspettative di un  atterraggio morbido.

  • Regioni e settori azionari

    Abbiamo portato il settore finanziario a sovrappeso grazie ai fondamentali favorevoli, alle valutazioni relativamente convenienti e al forte slancio degli utili. Rimaniamo positivi anche sui servizi di comunicazione e di pubblica utilità.

  • Reddito fisso e valute

    Abbiamo declassato i Treasury a  neutrali dopo che il recente rally ha reso la valutazione meno  interessante. La nostra convinzione per l'oro rimane invariata.

Le informazioni, opinioni e stime contenute nel presente documento riflettono un giudizio espresso alla data originale di pubblicazione e sono soggette a rischi e incertezze che potrebbero far sì che i risultati reali differiscano in maniera sostanziale da quelli qui presentati.