Selezionare un altro profilo Per accedere a ulteriori contenuti, seleziona il tuo profilo

Gambler’s fallacy - InsconsciaMente podcast

Il mondo Pictet
Dall’errore di Montecarlo all’illusione della mano calda in NBA: quando le nostre aspettative ci possono giocare brutti scherzi. Prosegue il viaggio con Federico Buffa alla scoperta dei segreti della mente umana e dei bias cognitivi.

La Gambler’s fallacy, nota in italiano come la fallacia del giocatore d'azzardo, si verifica quando un individuo è portato erroneamente a pensare che un determinato evento casuale sia più o meno probabile in base al risultato di un evento o di una serie di eventi precedenti. In altri termini, eventi casuali probabilistici vengono considerati non singolarmente per quel che sono, ma in maniera dipendente dai risultati già ottenuti. L’esempio più classico è quello del lancio della moneta, ove ogni lancio ha sempre il 50% di probabilità di riuscita, a prescindere dai tentativi che sono avvenuti prima. Questo errore cognitivo, più comune di quanto si pensi, è stato ribattezzato come l’errore di Monte Carlo, con riferimento alla vicenda avvenuta nell’omonimo casinò di Las Vegas nel 1913, quando il colore nero uscì 26 volte di fila, spiazzando chi, giocata dopo giocata, riteneva che le possibilità di uscita del rosso aumentassero ad ogni nuovo nero aumentando la posta in gioco.

Si collega a questo bias anche l’espressione “legge dei piccoli numeri” intendendo con essa la ricerca a tutti i costi di uno schema o una conferma statistica in un piccolo campione, interpretando anche piccoli insiemi di dati come se fossero perfettamente rappresentativi della popolazione totale. Riagganciandoci all’esempio precedente, se nel mondo il 50% di nascite è di sesso maschile e il 50% femminile, non è detto che ogni famiglia con più di un figlio ritrovi al suo interno la medesima composizione. 

Scelte finanziarie

La fallacia dello scommettitore colpisce sovente quegli investitori che tendono a farsi trascinare dal momento, ritenendo ad esempio che, a parità di condizioni, un titolo avrà maggiori chance di guadagnare dopo una serie di sessioni di contrattazione con il segno negativo. Trattandosi di un bias che colpisce l’investitore non solo nelle proprie scelte di investimento ma anche e soprattutto nella quotidianità della sua vita, il consulente può iniziare a far capire questa trappola mentale al suo cliente raccontando proprio la vincenda di Monte Carlo e di come sia pericoloso ricercare uno schema là dove in realtà non c’è.

Rimedi e soluzioni

Il primo dei consigli per non cadere nella gambler’s fallacy è ovviamente evitare di interpretare i dati alla luce solo delle proprie convinzioni, appellandosi invece ad analisi serie e obiettive. Solo allora si potranno trarre conclusioni razionali.

Un secondo suggerimento è evitare di cercare degli schemi là dove non esistono e tenere sempre a mente il concetto di “mean reversion”, il “ritorno alla media”, la regola più potente della fisica finanziaria: essa ricorda che periodi di discesa al di sotto della media sono inevitabilmente seguiti da quotazioni che si muovono al di sopra della media stessa. E viceversa. In questo modo l’attenzione viene posta non tanto sul movimento in sé ma sul ritorno nella direzione del trend su un periodo di tempo più lungo. 

L’ultimo consiglio si lega proprio al precedente: coltivare la capacità di pensare a lungo termine, agendo oggi per perseguire e pianificare obiettivi che si realizzeranno nel futuro. Solo tenendo nella giusta considerazione il concetto di tempo è infatti possibile evitare di incappare negli errori di valutazione più comuni del breve termine, come ad esempio provare a “dare un tempo al mercato” (il cosiddetto market timing).