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La mappa dei chip: orientarsi tra i semiconduttori

Active Equity Articolo riservato
La principale sfida per le catene del valore dei semiconduttori sarà rispondere alla crescita della domanda globale di chip in un mondo diviso tra più poli, che affronta una fase di nuovi investimenti e rilocalizzazioni. Il futuro per le aziende della tecnologia si confermano positive e interessanti.
Se ci si aspetta che una macchina sia infallibile, essa non può essere anche intelligente.

Quello dei semiconduttori è il mercato più importante in termini di manifattura globale. Trattandosi di componenti cruciali per l’informatica moderna e data la complessità della loro catena produttiva, i semiconduttori (o, più semplicemente, i chip) sono diventati l’oggetto del contendere geopolitico. All’interesse di effettuare nuovi investimenti per essere competitivi, si è aggiunta la necessità di aziende e governi di rilocalizzare l’attività produttiva in un’ottica di efficienza e maggiore sicurezza.

Orientarsi sui chip: la mappa dei semiconduttori

Quando si parla di progettazione dei chip, gli Stati Uniti confermano la loro leadership, mentre la Cina rimane fondamentale lungo l’intera catena produttiva, coprendo il 38% della domanda di assemblaggio, imballaggio e collaudo. Ancora una volta, tuttavia, sono Taiwan (con TSMC) e la Corea del Sud (con Samsung) ad aggiudicarsi il primato del mercato, in qualità di fornitori esclusivi di chip all’avanguardia (semiconduttori da 3 nm), rispettivamente coprendo il 90% e il 10% delle tecnologie più avanzate.

Gli stakeholder del settore e i governi di tutto il mondo stanno compiendo sforzi significativi per rafforzare la propria posizione lungo la catena produttiva globale, ricorrendo a diversi tipi di sussidi.

La Cina sta cercando di risalire la catena del valore attuando politiche intraprendenti previste nel piano Made in China 2025: dopo un iniziale stanziamento di 20 miliardi di dollari per la progettazione e realizzazione di circuiti integrati, a marzo 2020 ha annunciato un ulteriore investimento di 30 miliardi. Tuttavia, Pechino deve fare i conti con le rigide restrizioni a cui è soggetta, a partire dai blocchi imposti dagli USA su strumenti e chip d’avanguardia a quelli sempre più numerosi che arrivano da Giappone e Olanda. Ad esempio, nel 2019, ASML ha ricevuto il divieto di spedire in Cina le sue macchine per litografia ultravioletta estrema (EUVL).

In Asia, il Giappone ha deciso di destinare 3 miliardi all’anno per finanziare la produzione dei semiconduttori, mentre la Corea del Sud ha annunciato un piano di finanziamenti da 250 miliardi per questo comparto.

In Occidente, il Chips Act statunitense sta portando investimenti per oltre 50 miliardi nel comparto dei semiconduttori (l’80% destinato a implementare la produzione), mentre quello europeo rappresenta un sostegno mirato di oltre 40 miliardi destinati a migliorare la capacità produttiva. Si tratta di sussidi che richiederanno probabilmente diversi anni per concretizzarsi, sempre che le differenze dei costi di produzione rispetto a Taiwan possano essere superate.

La rilocalizzazione strategica della produzione di semiconduttori sosterrà la spesa per attrezzature per il resto di questo decennio. I tre principali produttori di semiconduttori (TSMC, Samsung e Intel) hanno infatti già annunciato l'intenzione di investire oltre 300 miliardi di dollari in capacità produttiva globale fino al 2030. 
Infine, le aziende più lungimiranti stanno utilizzando l'Intelligenza Artificiale per accrescere l'affidabilità delle loro supply-chain, in quanto consente di conoscere in tempo quasi reale le fluttuazioni dei prezzi e della domanda. Gli squilibri tra domanda e offerta nel settore dei semiconduttori hanno generato problemi di produzione in tutte le industry, con circa il 75% della domanda totale di circuiti integrati e i semiconduttori discreti indotta dalle carenze di approvvigionamenti. 

Tecnologia e semiconduttori: prospettive interessanti

L’Intelligenza Artificiale (che poggia su chip progettati per sostenere e velocizzare le operazioni di calcolo necessarie per permettere l’esecuzione di algoritmi di apprendimento automatico) è stata alla base del recente rally di mercato, che ha avviato il dibattito su quali siano i principali beneficiari di questa tecnologia e come gestire capitalizzazioni di mercato in grado di decidere le sorti di interi panieri di riferimento. 

La chiusura del mese di luglio, con l’avvio della stagione delle trimestrali tecnologiche, sarà importante per valutare la traiettoria degli utili aziendali e la consistenza dei margini, in un nuovo contesto di entusiasmo tech post-COVID.

Guardando alle strategie Pictet-Robotics e Pictet-Digital, rimaniamo ottimisti sulle posizioni in portafoglio, che confermano fondamentali solidi capaci di offrire ancora, a nostro avviso, una robusta crescita di lungo periodo, pur col rischio di attraversare brevi fasi di debolezza ciclica. Per i prossimi trimestri ci aspettiamo di assistere a nuove operazioni di M&A alla ricerca di occasioni in società strategicamente solide, con valutazioni interessanti, che ancora non sono state in grado di recuperare la flessione dello scorso anno.