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Il contributo dell'edilizia sostenibile a un futuro più green e rigenerativo

Active Equity Articolo riservato
Rendere ecocompatibile il settore edile è diventata una priorità, tuttavia non è chiaro se la transizione rappresenti un'opportunità di investimento. L'edizione di quest'anno del Klosters Forum ha cercato di dare una risposta a questa domanda.

Dalle case e gli uffici alle strade e all'infrastruttura energetica, l'ambiente costruito ha sempre attratto gli investimenti privati. 

Ora, però, gli investitori si stanno rendendo conto che le tecniche utilizzate nella costruzione dell'infrastruttura vitale non sono più sostenibili: il settore immobiliare è responsabile da solo di circa il 40% delle emissioni globali di carbonio. 

Rendere ecocompatibile il settore edile è diventata una priorità. Tuttavia, non è chiaro se questa transizione rappresenti davvero un'opportunità di investimento redditizia. 

Questo è stato il dilemma che i delegati del Klosters Forum (TFK) di quest'anno hanno cercato di risolvere. 

Nel corso di tre giorni, sviluppatori, investitori, architetti, imprenditori e accademici hanno dibattuto intensamente mettendo in discussione le pratiche consolidate del settore edile ed esplorando come nuove tecnologie e normative più rigide possano determinare una transizione sostenibile.

Verso la rigenerazione

L'evento è iniziato con un workshop interattivo intitolato "L'edilizia Net Zero: finanziare la transizione verso un ambiente costruito a impatto climatico neutrale". 

Ai delegati è stato illustrato come le tecniche di costruzione tradizionali causino danni irreparabili all'ambiente, deteriorando il suolo, l'acqua e la biodiversità, che sono alcune tra le dimensioni ambientali fondamentali identificate dal modello dei Limiti Planetari (Planetary Boundaries, PB), un quadro di riferimento per la sostenibilità riconosciuto a livello globale.Per ulteriori dettagli consultare l'articolo

"Dobbiamo comprendere i Limiti Planetari per lo sviluppo urbano", ha affermato Rasmus Nørgaard, co-fondatore di Home.Earth e membro del consiglio di amministrazione di NREP, il maggiore Fund Manager di fondi immobiliari in Scandinavia.

In molti si sono trovati d'accordo sul fatto che "net zero" o "carbon neutral" non sono obiettivi sufficientemente ambiziosi. L'industria edile e gli investitori del settore dovrebbero invece assumere un ruolo guida non solo nella prevenzione dei danni, ma anche nel riparare e ripristinare ciò che è andato perso per colpa di uno sviluppo urbano incontrollato.

© Menah Wellen, 2023

Nel corso del workshop, Steve Freedman (Head of research and sustainability per il settore Thematic Equities di Pictet Asset Management) ha dichiarato che "il deterioramento dell'ambiente da noi causato ci costringe a esplorare il concetto stesso di rigenerazione".

Götz Hilber, co-fondatore di Rematter, una start-up con sede a Zurigo che fornisce materiali da costruzione sostenibili, ha dichiarato: "È necessario cambiare mentalità e passare dalla riduzione della nostra impronta negativa all'incremento dell'impatto positivo".

"Se riduci il male, fai comunque del male, solo un po' meno. È un messaggio frustrante per l'umanità… E non vogliamo nemmeno essere neutrali. Vogliamo generare un impatto positivi".

Come ridurre l'impronta

Come condiviso durante la conferenza, per quanto gli investitori in infrastrutture siano concordi sulla necessità di un cambiamento, si scontrano spesso con la difficoltà di trovare dei progetti allineati ai loro obiettivi. 

Allo stesso modo, sviluppatori e imprenditori hanno difficoltà nell'accedere a finanziamenti su larga scala per progetti, spesso ambiziosi, che approcciano in modo nuovo sostenibilità, resilienza e inclusione. Questo crescente deficit di finanziamento rappresenta un ostacolo significativo alla transizione sostenibile.

Nørgaard ha presentato un promettente esempio realizzato in Danimarca che è riuscito a superare queste sfide. A Copenaghen, Home. Earth sta costruendo abitazioni e comunità sostenibili e accessibili con un'impronta ambientale minore, in grado di migliorare la qualità della vita dei residenti e di generare profitti.

Gli edifici considerati al momento tra i più sostenibili sul mercato, in Danimarca, Quelli dotati della certificazione "Gold" rilasciata dal Consiglio tedesco per l'edilizia sostenibile (DGNB), uno standard per l'edilizia sostenibile riconosciuto in tutto il mondo hanno emissioni annue di carbonio di circa 11 kg di CO2 per metro quadro: quasi dieci volte superiori al tetto massimo stabilito dai Limiti Planetari.Ipotizzando 59 mq per persona e il principio di allocazione basato sulla sufficienza. L'obiettivo medio per il settore posto dal DGNB è di 1,8 kg di CO2/mq/anno; questo comprende anche il "carbonio operativo"

Grazie all'adozione di pratiche circolari e rigenerative come il riutilizzo del legno, il primo complesso residenziale realizzato da Home.Earth ha avuto un'impronta di carbonio di soli 5 kg: un nuovo record per questa classe di edifici in Danimarca.La metodologia di calcolo usata in Danimarca per l'impronta di carbonio presuppone che il legno venga bruciato dopo 50 anni. Se però, invece di essere incenerito, viene riutilizzato alla fine del suo ciclo di vita, l'impronta scende a soli 2 kg

Il progetto di Home.Earth aiuta anche a ridurre lo spazio occupato da ogni singolo residente, contribuendo così complessivamente a impronte di carbonio e di risorse inferiori. 

In media, ogni danese occupa circa 59 metri quadri. Nelle abitazioni progettate da Home.Earth, questa cifra media è praticamente dimezzata (25-30 m2a persona). Ciò significa che le pratiche rigenerative utilizzate per gli edifici di Home.Earth sono potenzialmente in grado di dimostrare che è possibile sviluppare nuove abitazioni entro i confini dei Limiti Planetari. 

Inoltre, questo complesso residenziale ha un programma sociale ambizioso, che comprende la ridistribuzione dei rendimenti non solo agli azionisti, ma anche agli inquilini.

© Erwin Windmüller, 2023

Questo modello di guadagno per ogni stakeholder sta diventando una caratteristica comune dei progetti di edilizia sostenibile nelle economie sviluppate, in quanto contribuisce ad attirare affittuari più fidelizzati e a costruire una solida base comunitaria e sociale, affrontando in questo modo quello che è un anello debole nell'investimento immobiliare ESG.

"Se coinvolgi in modo significativo un'ampia gamma di stakeholder locali e li responsabilizzi, puoi contribuire ad alimentarne la fiducia e, in cambio, ottenere il benestare a portare avanti il progetto. Il tutto si trasforma in un ciclo virtuoso", ha affermato Paul King, responsabile della sostenibilità e dell'impatto sociale dell'azienda immobiliare Lendlease Europe.

La costruzione di un rapporto di fiducia nelle comunità locali è una questione particolarmente pressante per i progettisti. Secondo uno studio del 2019 dell'azienda immobiliare britannica Grosvenor Group, quando si discute della pianificazione di aree residenziali di grandi dimensioni solo il 2% del pubblico si fida dei costruttori e solo il 7% si fida delle autorità locali.

Per King "è necessario costruire una partnership di investimento profonda e a lungo termine per cambiare la situazione di questo colossale deficit di finanziamento".

Giustizia spaziale

Un altro approccio innovativo per colmare il deficit di finanziamento dello sviluppo urbano sostenibile è la cosiddetta "giustizia spaziale".

I partecipanti alla conferenza del TFK hanno appreso come questa definizione sia stata proposta per la prima volta nel 2010 dall'influente urbanista statunitense Edward SojaSoja, E.W., 2010, Seeking spatial justice. University of Minnesota Press, che sosteneva che tutti gli abitanti delle città dovrebbero avere gli stessi diritti e lo stesso accesso a risorse, servizi e mezzi.

Secondo questo approccio, i tassi di interesse, la valutazione degli immobili e la tassazione dovrebbero tenere conto delle credenziali ambientali e sociali di un immobile.

Sapevi che…?

Gli edifici considerati tra i più sostenibili* sul mercato hanno emissioni di carbonio che superano di quasi 10 volte i massimi stabiliti dai Limiti Planetari.

*quelli dotati della certificazione "Gold" rilasciata dal Consiglio tedesco per l'edilizia sostenibile (DGNB). Fonte: Home.Earth, 2023.

Attualmente, il costo del degrado ambientale di un edificio è sostenuto dai residenti e dalla comunità locale e non dallo sviluppatore o dal proprietario.

La progressività dei meccanismi di tassazione e assicurazione dovrebbero pertanto incoraggiare a spostare l'allocazione del capitale verso un'edilizia che contribuisca in misura maggiore al bene pubblico: basse emissioni di carbonio, aria pulita, aree verdi. In questo modo, gli investitori e i gestori degli asset sarebbero incoraggiati a investire nella resilienza a lungo termine del portafoglio piuttosto che limitarsi alla mera estrazione di rendimenti finanziari.

Nello specifico, si è discusso di opzioni come imposte sul patrimonio e premi per i progetti di edilizia ecologica ed efficiente dal punto di vista energetico; altro tema importante è stato l'inclusione dei rischi ambientali come indicatore chiave in ambito assicurativo.

"In fin dei conti, sono le persone a pagare le conseguenze finanziarie del vivere in un edificio scadente… è quindi necessario che l'investimento non sia più solo estrazione di rendimenti, ma che incoraggi la resilienza a lungo termine", ha sintetizzato uno dei partecipanti.

Cos'è il Klosters Forum?

Il Klosters Forum è un'organizzazione non profit che offre una piattaforma neutrale a menti rivoluzionarie e illuminanti per affrontare alcune delle sfide ambientali più urgenti del mondo. La sua missione è quella di accelerare il cambiamento ambientale positivo sviluppando e coltivando una comunità crescente di pensatori e professionisti leader del settore e promuovendo scambi e collaborazioni interdisciplinari.

Ogni anno il Forum ospita, in un ambiente neutrale e discreto, un evento sull'ambiente che unisce partecipanti di alto profilo provenienti dai settori della scienza, dell'economia, della politica e dell'industria, nonché ONG, menti creative ed esperti di sostenibilità. Nel 2023, il forum annuale si è svolto dal 27 al 29 giugno e il tema è stato "Il futuro dell'ambiente costruito".

Per saperne di più, clicca qui.

La partnership di Pictet con il Klosters Forum

Il Gruppo Pictet è lieto di collaborare con il Klosters Forum per attrare l'attenzione sull'impatto del settore immobiliare sul nostro ambiente e contribuire al dibattito su questa importante tematica.

In qualità di asset manager globali siamo in grado di negare o ritirare il capitale dalle aziende che non prendono sul serio le proprie responsabilità verso l'ambiente. Il dibattito ambientale di oggi tende a concentrarsi principalmente sul cambiamento climatico, mentre, secondo noi, gli investitori devono ora dedicare al loro impatto sulla biodiversità la stessa attenzione che prestano alla loro impronta di carbonio. I nostri team di investimento vantano una notevole esperienza in questo settore grazie alla gamma ampia e pionieristica di investimenti sostenibili e tematici che gestiscono.