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Nasce Pictet-EMMA, il fondo multi-asset sui mercati emergenti!

Active Equity Articolo riservato
Diversificazione e controllo del rischio sono le parole chiave della filosofia di gestione della nuova strategia multi-asset di Pictet. Combinando l’esperienza nell’approccio multi-asset con quella sui mercati emergenti, il portafoglio è gestito da Marco Piersimoni (già gestore di Pictet-MAGO) insieme a Shaniel Ramjee del team multi-asset di Londra e Andy Wong, basato a Hong Kong.
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Di mercati emergenti si parla da tempo. Con le tigri asiatiche prima e l’acronimo BRIC poi, da decenni gli economisti osservano l’ascesa di queste economie nell’attesa che riescano a raggiungere quelle sviluppate.

Ebbene, l’attesa potrebbe essere finalmente giunta a termine. Già prima della pandemia i Paesi emergenti si trovavano su un trend di crescita strutturalmente più elevato tanto che nel 2019 la Cina da sola aveva contribuito per un terzo circa della crescita globale e l’intero indotto asiatico per il 60%. E, se il 2020 verrà ricordato a lungo per tanti motivi, tra questi ci sarà sicuramente anche il fatto che per la prima volta nella storia moderna il mondo emergente ha raggiunto quello sviluppato in termini di dimensioni delle rispettive economie: lo stock di PIL globale è oggi infatti equamente diviso tra Paesi emergenti e Paesi sviluppati.

Un dato che acquisisce ancora più valore se si considera che solo venti anni fa i mercati in via di sviluppo contavano per il 22% circa del PIL mondiale. Un’evoluzione talmente repentina che oggi si fa addirittura fatica a considerare alcune di queste economie ancora come emergenti. Il caso più lampante è quello della Cina: l’economia del colosso asiatico a fine 2020 valeva poco meno di quelle di Giappone, Regno Unito, Germania, Francia e Italia combinate (i Paesi del G6 esclusi gli Stati Uniti)1. E nel 2020, grazie anche ad un superamento più agevole dell’emergenza sanitaria, la Cina è stata di fatto l’unica grande economia a registrare una crescita positiva del PIL (+2,3%).

Quota del PIL globale derivante dai Paesi emergenti

Fonte: CEIC, Datastream, dati in USD.
*Per il 2030, si tratta di previsioni di Pictet Asset Management.

Dal punto di vista economico, quindi, il baricentro del pianeta si sta spostando sempre di più verso i mercati emergenti, che nel corso di questo decennio arriveranno a rappresentare la quota dominante del PIL mondiale (secondo le nostre stime, nel 2030 le economie in via di sviluppo contribuiranno per il 57% al PIL globale).

A questa tendenza secolare, tuttavia, non è corrisposta sinora una crescita altrettanto rapida a livello di peso all’interno dei portafogli di investimento internazionali. Ancora oggi, infatti, i mercati emergenti compongono solamente il 12% dell’indice azionario globale MSCI All Country World Index (MSCI ACWI) e il 4% di quello obbligazionario JPM Government Bond Index Broad (JPM GBI Broad).

Uno squilibrio con la realtà economica attuale che diviene ancora più evidente se si confrontano questi numeri con quelli relativi agli Stati Uniti: poco più del 20% del PIL globale e oltre il 50% dell’indice MSCI ACWI.

MSCI AC World Index: Scomposizione per regione

Fonte: Pictet Asset Managemnt, CEIC, Datastream.

Infatti, pur riconoscendo il maggior rendimento potenziale offerto dagli strumenti finanziari dei Paesi emergenti, gli investitori paiono tuttora spaventati da una serie di fattori. In primis, dalla volatilità che storicamente contraddistingue questi mercati: negli ultimi 30 anni, l’indice MSCI Emerging Markets ha registrato una volatilità quasi del 40% superiore a quella dell’MSCI World (l’unica eccezione riguarda gli ultimi 12 mesi, in cui la pandemia ha colpito maggiormente i Paesi sviluppati).

Gli strumenti finanziari dell’area emergente, infatti, tendono ad essere soggetti a crisi più frequenti e repentine, capaci di causare perdite consistenti in poco tempo. Una dinamica che contribuisce a minare la fiducia di chi investe.

Volatilità storica: MSCI Emerging Markets Index vs MSCI World Index

Fonte: Pictet Asset Management, Bloomberg, dati al 28.02.2021. Volatilità rolling a 3 anni annualizzata, calcolata con dati settimanali.

A frenare gli investitori è anche la varietà e diversità degli strumenti a disposizione: azioni, bond governativi in valuta locale o in dollari, valute, credito, mercati di frontiera. Un universo vasto sul quale è particolarmente difficile scegliere quando, come e dove investire, anche perché la dispersione dei rendimenti tra le singole asset class tende ad essere estremamente elevata.

Paesi emergenti: migliori e peggiori, su base trimestrale, dal 2010 al 2020

Fonte: Pictet Asset Management, Bloomberg, Datastream dal 10/10/2010 al 31/12/2020. E. sta per Equity, B Loc. per Bond in valuta locale e B. $ per Bond in dollari.

Per poter incrementare il peso dei mercati emergenti all’interno dei portafogli approfittando della loro maggiore crescita tendenziale, occorre quindi un approccio flessibile e diversificato, orientato in modo particolare al controllo del rischio.

La soluzione di Pictet Asset Management

Pictet-EMMA (Emerging Markets Multi Asset) va esattamente in questa direzione: una strategia multi-asset che può spaziare sull’intera gamma di opportunità offerte dal mondo emergente, in modo dinamico e senza i vincoli posti da un benchmark. Ossia un fondo che in un’unica soluzione offra esposizione all’intero variegato universo dei Paesi emergenti con l’obiettivo da un lato di trarre beneficio dalla maggiore crescita di quest’area e dall’altro di limitarne il rischio intrinsecamente più elevato.

Per fare ciò, Pictet-EMMA fa leva contemporaneamente sull’esperienza di lunga data di Pictet sui mercati emergenti (i nostri primi fondi dedicati a quest’area risalgono al 1991 in ambito azionario e al 1995 sul fronte obbligazionario) e sulle comprovante competenze dei gestori negli investimenti multi-asset, la cui filosofia in Pictet è da sempre fortemente orientata al controllo del rischio.

Applicando il repertorio tecnico del team Multi Asset di Pictet, fatto di analisi di scenario, studio delle correlazioni e stress test, il team di gestione intende quindi evitare di esporre il portafoglio a un eccessivo rischio di drawdown, ponendosi un target di volatilità ex-ante del 10%. Per mantenersi in linea con tale obiettivo, tenendo conto del fatto che i momenti di stress sui mercati emergenti possono essere particolarmente dolorosi, il processo di gestione del rischio è arricchito con un meccanismo innovativo: quando la stima del rischio ex-ante segnala la possibilità di forti turbolenze, l’esposizione ai Paesi emergenti viene ridotta a vantaggio delle attività dei Paesi sviluppati che fungono da beni rifugio, come il Treasury USA, il dollaro e l’oro.

Nello specifico, il portafoglio è composto da una componente strategica e una tattica, tipicamente equipesate.
L’allocazione strategica consiste essenzialmente nell’asset allocation di primo livello, ovvero guida le scelte con cui i gestori si muovono tra le varie asset class dei Paesi emergenti, tra loro estremamente diversificate e in alcuni casi persino decorrelate (la componente di azioni in portafoglio non può superare il 75%, mentre le obbligazioni devono rappresentarne necessariamente almeno il 25%). All’interno di questa componente, di fatto, si ricercano gli strumenti in grado di fornire crescita strutturale a lungo termine.

Il pilastro di natura tattica, invece, è più reattivo al contesto del momento ed è articolato su temi di investimento come tecnologia, consumi e materie prime. In modo dinamico, in base alla valutazione del ciclo di mercato, viene stabilito quale tematica sovrappesare e/o sottopesare in una determinata fase.

Ad esempio, un tema di estrema attualità, soprattutto in Asia, è quello relativo alla catena di approvvigionamento dei semiconduttori. I semiconduttori sono la tecnologia di base del mondo moderno, fondamentale per lo sviluppo dell’era digitale e dell’e-mobility. All’interno di Pictet-EMMA rappresentano un potente tema di investimento, da cavalcare attraverso le azioni di aziende leader di diversi Paesi asiatici.

La nuova strategia è gestita da un team di lunga esperienza nell’ambito degli investimenti multi-asset, composto da Marco Piersimoni, già gestore del fondo Pictet-MAGO (Multi Asset Global Opportunities), Shaniel Ramjee del team multi-asset di Londra e Andy Wong, basato a Hong Kong e specializzato sui mercati asiatici.
Il fatto che parte del team sia locato in Asia offre la possibilità di osservare da vicino l’evoluzione dei Paesi emergenti e toccare con mano il progresso e i trend secolari che li caratterizzano: in fondo, i mercati emergenti costituiscono un mondo a parte, con le sue peculiarità che lo rendono diverso dai tradizionali mercati sviluppati e che richiedono un approccio ad hoc. 

Pictet-EMMA rappresenta proprio un approccio innovativo che, grazie alla delega concessa ai gestori, evita complesse scelte di allocazione sui diversi strumenti dei mercati emergenti e coniuga l’esperienza di Pictet sugli emergenti e sul Multi Asset per creare una strategia a rischio controllato su un tema economico poderoso.

Pictet-Emerging Markets Multi Asset (EMMA)
Video: Pictet-Emerging Markets Multi Asset (EMMA)
Paolo Paschetta a Soldi TV: la rilevanza dei mercati emergenti
Video: Paolo Paschetta a Soldi TV: la rilevanza dei mercati emergenti