La vittoria trionfale di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi potrebbe aver sorpreso alcuni, ma la reazione dei mercati globali al suo successo è stata più o meno in linea con le aspettative. Le azioni statunitensi, il dollaro e il bitcoin hanno registrato un'impennata del prezzo, mentre i titoli di Stato hanno perso terreno in previsione di una riduzione delle tasse, di una maggiore deregolamentazione e attese inflazionistiche.
I prezzi degli asset hanno proseguito il trend osservato nei giorni e nelle settimane antecedenti le elezioni, in quanto gli investitori si erano già ampiamente preparati per una presidenza repubblicana. I rialzi degli asset più rischiosi riflettono anche un certo sollievo per il fatto che lo scenario peggiore - un'elezione contestata - è stato evitato.
Secondo la nostra analisi basata su elezioni statunitensi passate, l'impatto sui prezzi degli asset tende a svanire nel giro di alcuni mesi. Nel lungo termine, la direzione del mercato viene determinata dai fondamentali economici piuttosto che dalla politica. A tal proposito, osserviamo ancora che l'economia statunitense sta procedendo verso un atterraggio morbido.
Tuttavia, vi sono alcune aree specifiche in cui le politiche di Trump avranno, con ogni probabilità, un effetto più duraturo. I suoi piani di aumentare i dazi sulle importazioni dalla Cina e da altri Paesi potrebbero avere un impatto significativo, sebbene non estremo, sugli utili degli Stati Uniti, riducendoli di circa il 7%. È importante notare come questo impatto potrebbe essere in parte compensato da potenziali tagli fiscali e, perdipiù, non sarebbe uniforme tra i vari settori. Secondo i nostri calcoli sarebbe doppio per i beni di consumo discrezionali, i beni di prima necessità e gli industriali.
I dazi e gli attriti commerciali non sono di buon auspicio per i mercati emergenti, ma in definitiva un ciclo di allentamento non recessivo rimane un contesto macro interessante per questi Paesi. Inoltre, riteniamo che la Cina raddoppierà gli sforzi per rilanciare l'economia attraverso stimoli fiscali come una sorta di polizza assicurativa contro eventuali nuove barriere commerciali statunitensi.
La portata dell'impatto di Trump sui mercati dipende anche dal fatto che i Repubblicani riescano ad assicurarsi il controllo del Congresso.
Ecco i due possibili scenari:
1. Congresso diviso
Probabile situazione neutrale per la crescita economica e solo marginalmente positiva per i mercati. L'approccio “America first” di Trump suggerisce che farà delle tariffe protezionistiche una politica chiave, soprattutto contro la Cina. Senza una maggioranza al Congresso, sarà più difficile per lui istituire grandi programmi fiscali. Nel complesso, è improbabile che il mix di politiche commerciali e di immigrazione possa essere di stimolo per l'economia statunitense, mentre potrebbe riaccendere timori inflazionistici e quindi avere un impatto negativo sulle obbligazioni. Un tale risultato favorirebbe un posizionamento long sulle azioni statunitensi, in particolare sulle small cap che trarrebbero particolare vantaggio dalla riduzione delle tasse e da un’agenda politica che favorisce le aziende nazionali. Al contrario, la maggior parte degli asset emergenti si troverebbe in posizione di svantaggio, ad eccezione di alcune storie di crescita interna che potrebbero arrivare da Paesi come l'India, isolata da qualsiasi misura anti-Cina.
2. Repubblicani controllano il Congresso
In questo caso, Trump ha il potere di istituire un programma più radicale. Secondo il Committee for a Responsible Federal Budget, il debito federale aumenterebbe drasticamente, e l'incremento sarebbe circa il doppio rispetto a un amministrazione Harris. A questo si aggiungono tariffe più dure, compresa la minaccia di una tassa universale del 10%. A nostro avviso, questo è un risultato molto negativo per i titoli di Stato statunitensi. Sebbene Trump sia un grande sostenitore della produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti (e contrario alle fonti rinnovabili), è improbabile che la sua spinta verso un maggiore approvvigionamento energetico nazionale provochi un calo dei prezzi, compensato dal fatto che la domanda di petrolio rimarrà più forte a lungo. Nel complesso, è probabile che l'inflazione aumenti, portando a un incremento degli spread delle obbligazioni societarie e a uno steepening della curva dei rendimenti. Questo risultato favorisce le azioni statunitensi e il dollaro, mentre è negativo per i mercati azionari e obbligazionari non statunitensi, non ultimo il debito dei mercati emergenti. Nell'ambito delle azioni, le banche si distinguono come un chiaro vincitore, beneficiando sia dell'aumento dei rendimenti che della potenziale deregolamentazione.
Presidente | Trump | |
Congresso | Diviso | Unito |
Macro | Crescita da neutrale a leggermente negativa; inflazione. | Crescita leggermente negativa; inflazione; aumento del deficit di bilancio. |
Tasse | L'aliquota d'imposta sulle società rimane al 21%. Estensione dei tagli alle imposte sul reddito sostenuti dai democratici (credito d'imposta per i redditi bassi, per i bambini e per le piccole imprese). | Riduzione dell'imposta sulle società al 20%, o addirittura al 15% per alcune aziende. Estensione di tutti i tagli alle imposte sul reddito previsti dal TCJA. |
Energy & climate | Rimozione degli ostacoli all'approvazione di nuovi impianti di produzione energetica. Ritiro dall'Accordo di Parigi. | Rimozione degli ostacoli all'approvazione di nuovi impianti di produzione energetica. Abrogazione parziale dell'IRA (crediti d'imposta per i veicoli elettrici e sussidi per le energie rinnovabili). |
Commercio (inclusa Cina) | Più dazi (auto UE, 60% sulle importazioni dalla Cina). Norme di origine più severe e requisiti di contenuto minimo nell'USMCA. | Minaccia di una tariffa universale di base del 10%. Revoca dello status di “nazione più favorita” della Cina; promulgazione “legge sul commercio reciproco”. |
Quadro normativo | Riesamina di Basilea III e dei requisiti patrimoniali delle banche. Approccio più indulgente all'applicazione delle leggi antitrust e alle operazioni di M&A. | Ambiente normativo favorevole per banche e operazioni di M&A. Sviluppo di una riserva nazionale strategica di Bitcoin. |
Azionario | Neutrale/leggermente positivo: pressione fiscale moderatamente più bassa per le aziende; multipli stabili. Large > Small; Value > Growth | Neutrale/leggermente negativo: la maggiore incertezza della politica commerciale manterrà i multipli sotto pressione, compensando i modesti benefici del taglio delle tasse e dell'estensione del TLCA. Value > Growth |
Regioni | Long: USA, India, Brasile, ASEAN; Short: Giappone, EM, Cina | Long: USA, India, ASEAN; Short: Europa, Giappone, EM, Cina, Corea, Taiwan, Messico |
Settori | Long: Small cap USA, banche USA, upstream oil & gas USA; Short: utilities | Long: banche USA, upstream oil & gas USA; Short: consumi discrezionali USA, rinnovabili, leader ESG |
Tassi e bond | Negativo: impulso inflazionistico da tariffe e immigrazione; crescita leggermente negativa Appiattimento bear; spread leggermente più ampi HY > IG; credito USA > UE | Molto negativo: inflazione e ripezzamento dei premi a termine su tariffe e preoccupazioni fiscali Bear in aumento, spread più ampi Long: linkers, credito a breve duration; Short: EM |
FX | USD neutrale; Short: RMB, EM FX | Long: USD; Short: EUR, JPY, RMB, EM FX |
Commodities | Long: oro, cripto | Long: oro, cripto; Short: rame |
Fonte: Pictet Asset Management, 06.11.2024.