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L'adozione dei criteri ESG nel private equity

Investimenti alternativi
La mancanza di dati affidabili è stata un grande ostacolo all'adozione dei criteri ESG nel private equity. Tuttavia, il settore sta iniziando a recuperare terreno.
GREECE. Stylida. Windfarm about to be set up. Picture taken in 2007.

I fondi di private equity (PE) sono spesso in prima linea quando si tratta di identificare nuove opportunità promettenti, ma non si può dire lo stesso quando si parla di investimento responsabile.

Uno dei motivi per cui finora i progressi in questo senso sono stati lenti è che i mercati privati sono notoriamente poco trasparenti: le aziende non quotate non hanno infatti gli stessi obblighi di divulgazione delle loro omologhe quotate. Molte di queste aziende sono piccole e non dispongono delle risorse necessarie per redigere report dettagliati. Questo è sempre stato uno degli ostacoli principali per i fondi di PE che integravano fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel loro processo decisionale. Molti fondi prendono regolarmente in considerazione da anni la qualità della governance e la valutazione dell'impatto ambientale e sociale dei potenziali candidati all'investimento. Ciononostante, fino a poco tempo fa non esistevano metodi formali per quantificarle all'interno dei loro report.

Questa situazione sta cambiando di pari passo con l'aumento dell'importanza dei criteri ESG per gli investitori e le società, nonché dei rischi normativi derivanti da una loro mancata osservanza. In Europa, la Tassonomia verde e il Sustainable Finance Disclosure Regulation hanno definito gli standard per considerare sostenibile un investimento, validi anche per il private equity.https://www.engage.hoganlovells.com/knowledgeservices/news/private-equity-harnessing-esg-opportunities Il Regno Unito sta elaborando una propria versione delle due normative, mentre la Securities and Exchanges Commission (SEC) sta fissando in modo più stringente i requisiti di rendicontazione ESG anche negli Stati Uniti.https://www.sec.gov/news/press-release/2022-92

Questa enfasi su una maggiore trasparenza è, in parte, una reazione all'accresciuta importanza del comparto non quotato (la cui base di asset si è allargata significativamente negli ultimi anni), nonché alle richieste sempre più pressanti di democratizzazione dei mercati privati. Se si intende aprire le porte agli investitori retail, l'informativa deve diventare molto più rigorosa di quanto non lo sia stata finora.

Una nuova iniziativa si è assunta questo compito. Un numero crescente di general partner (GP) nel comparto PE ha iniziato a misurare la performance ESG delle aziende del loro portafoglio nell'ambito di una partnership tra stakeholder istituita di recente e denominata ESG Data Convergence Initiative (EDCI). L'obiettivo principale dell'iniziativa è aumentare la trasparenza e facilitare la comparabilità dei dati tra le varie aziende e settori. 

Fig. 1 - In ritardo nelle energie rinnovabili

Quota delle energie rinnovabili nel consumo totale di elettricità delle aziende della regione EMEA, indicizzata ai mercati quotati

Dimensione del campione indicata tra parentesi. Basata su score mediani. Fonte: EDCI, Pictet Alternative Advisors, Refinitiv. Dati al 31/12/2021.

I dati ESG raccolti durante il primo anno dell'iniziativa EDCI (2021 Reporting Cycle) forniscono indicazioni utili sul livello di sostenibilità delle aziende nei portafogli PE, nonché sulle aree che offrono opportunità di miglioramento e sviluppo.

A settembre 2023, l'EDCI contava già più di 350 membri, per un patrimonio gestito complessivo superiore ai 28.000 miliardi di dollari.Patrimonio gestito (AUM) in tutte le asset class, non solo nel private equityIl Gruppo Pictet è stato uno dei primi ad aderire all'iniziativa, entrando a farne parte come membro del Comitato direttivo poco dopo il suo lancio.

L'informativa dei membri GP dell'EDCI avviene obbligatoriamente ricorrendo a un set di base di parametri ESG all'interno di sei categorie predefinite: emissioni di gas serra, utilizzo di energia rinnovabile, diversità dei membri del consiglio di amministrazione, infortuni sul lavoro, nuove assunzioni nette ed engagement con i dipendenti. Boston Consulting Group (BCG) ha quindi provveduto ad aggregare questi dati in un benchmark.

Sulla base di queste informazioni siamo stati in grado di analizzare i dati di oltre 300 aziende private presenti nei nostri portafogli PE e di confrontarli sia con un benchmark generale di aziende private (anche derivante dall'EDCI) che con uno di società quotate in borsa basato sui dati di Refinitiv (che ricorre a circa 3.800 società di tutte le principali borse valori mondiali).

I dati hanno dimostrato che le società private detenute da aziende di PE sono attualmente in ritardo rispetto alle omologhe quotate in diversi parametri ambientali e sociali chiave, come l'uso di energie rinnovabili (Fig. 1) o la diversità di genere nei consigli di amministrazione. Ciò non ci sorprende, visti i maggiori requisiti normativi (ad esempio le informative sulla sostenibilità) che le aziende quotate devono affrontare rispetto alle omologhe di proprietà privata. 

Opportunità unica

L'adozione dei criteri ESG da parte del settore ha il potenziale per migliorare in diversi modi il profilo di rischio/rendimento degli investimenti nel private equity. Innanzitutto, incoraggiando le società beneficiarie degli investimenti a migliorare la loro performance in ambiti come quello delle energie rinnovabili, i gestori del PE possono costruire portafogli adatti a un contesto globale nel quale le normative e la tassazione penalizzano in misura crescente le aziende che non seguono i criteri ESG.

In secondo luogo, gli investitori nel settore privato sono probabilmente nella posizione migliore per guidare la transizione verde rispetto a obbligazionisti o azionisti di società quotate. Ciò è dovuto al fatto che esercitano un controllo diretto sui loro investimenti e, di conseguenza, una maggiore influenza sul comportamento societario e sulle decisioni in merito all'allocazione del capitale. Inoltre, spesso, il loro orizzonte temporale è più lungo di quello degli investitori in attività quotate, cosa che permette loro di avere più tempo a disposizione per agire.

Fig. 2 - Spazio per una maggiore diversità

Quota femminile nei consigli di amministrazione di tutto il mondo, indicizzata ai mercati pubblici

Dimensione del campione indicata tra parentesi. Basata su score mediani. Fonte: EDCI, Pictet Alternative Advisors, Refinitiv. Dati al 31/12/2021.

L'analisi fatta da BCG sui dati di riferimento EDCI nei due anni precedenti il 2021 ha mostrato che i ricavi delle aziende private con almeno un membro femminile nel consiglio di amministrazione sono cresciuti a un ritmo più veloce rispetto alle aziende senza amministratori donne. Anche se riteniamo che sia troppo presto per trarre conclusioni sulla relazione tra diversità nei consigli di amministrazione e performance finanziaria, è chiaro che per quanto riguarda la diversità di genere nei CdA, le aziende PE sono in ritardo rispetto alle quotate (Fig. 2). Questa è un'opportunità di miglioramento che intendiamo monitorare attentamente in futuro.

Riteniamo che i mercati privati siano in una posizione unica per promuovere pratiche sostenibili a beneficio del pianeta, della società e della performance del portafoglio. Soprattutto considerando che il PE gioca un ruolo cruciale nell'economia globale: rappresenta circa 7.000 miliardi di dollari di attività gestite e Preqin prevede possa raggiungere quasi 12.000 miliardi di dollari entro il 2027.Preqin, 2023

La nostra analisi ha anche svelato aree in cui le aziende private primeggiano. Contrariamente alla percezione ampiamente diffusa secondo cui le aziende di PE cercano di massimizzare la creazione di valore ricorrendo a tattiche aggressive, nel 2021 queste hanno creato più posti di lavoro (in base all'Equivalente a tempo pieno, FTE) rispetto alle loro omologhe quotate (Fig. 3). Questo dato si è ripetuto in tutte le aree geografiche e in tutti i settori.

Fig. 3 - Creare opportunità di lavoro

Totale di nuove assunzioni in America (per dipendente a tempo pieno), indicizzato alle aziende quotate

Dimensione del campione indicata tra parentesi. In base agli score mediani. Fonte: EDCI, Pictet Alternative Advisors, Refinitiv. Dati al 31/12/2021.

L'EDCI esiste solo dal 2021, è quindi troppo presto per condurre un'analisi rigorosa sulla relazione tra fattori ESG e performance finanziaria. In effetti, l'identificazione di un collegamento diretto tra rendimenti finanziari e performance ESG si è dimostrata storicamente difficile. Stabilire una causalità tra questi due termini è difficile per vari motivi, tra cui l'uso di terminologie incoerenti, la limitatezza dei dati e la mancanza di standard di misurazione della performance ESG. Siamo del parere che il tutto si semplificherà con l'ampliamento delle adesioni all'EDCI e dei set di dati a sua disposizione.

L'acquisizione dei dati ESG delle società in portafoglio non solo ci aiuterà a prendere decisioni di investimento migliori, ma anche a concentrare il nostro engagement su quelle in cui possiamo avere l'impatto maggiore. Per fare un esempio, il 15% delle aziende da cui abbiamo ottenuto i dati sulle emissioni di gas serra (Scope 1 e 2) è responsabile dell'80% delle emissioni totali: questo dato ci mostra in modo chiaro dove concentrare il nostro engagement.

In un recente sondaggio condotto dalla società di consulenza PWC, i GP hanno evidenziato come i valori aziendali e gli sviluppi normativi siano due dei motivi principali per l'integrazione dei criteri ESG nel loro processo di investimento, mentre una delle sfide chiave è stata identificata nei problemi inerenti all'acquisizione dei dati.https://www.pwc.lu/en/sustainable-finance/docs/pwc-eu-private-markets-esg-reboot.pdf Riteniamo che l'aiuto dell'EDCI nell'affrontare la sfida dei dati abbia contribuito alla svolta del private equity sui temi dell'investimento responsabile.